Precari distratti

Di Lalla
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di Vincenzo Brancatisano – Il prof. Gianluca Mungo chiede a Orizzonte Scuola di replicare a un mio articolo intitolato “I super pentiti del pettine. Se il Pd si spacca sulle graduatorie dei precari". Non si capisce perché egli definisca “replica” un intervento che non c’entra nulla con il mio articolo.

di Vincenzo Brancatisano – Il prof. Gianluca Mungo chiede a Orizzonte Scuola di replicare a un mio articolo intitolato “I super pentiti del pettine. Se il Pd si spacca sulle graduatorie dei precari". Non si capisce perché egli definisca “replica” un intervento che non c’entra nulla con il mio articolo.

E’ come se io scrivessi un componimento sul bel tempo di stamattina e mi rivolgessi alla trasmissione “Che tempo che fa” proponendolo come replica a uno sproloquio di Luciana Littizzetto. Ad ogni modo, il fatto che i miei articoli sulla scuola siano attaccati dai pettinisti e dai congelatori e anche da politici che chiedono in queste ore la mia testa presso i giornali per cui lavoro imputando a me e non alla loro irresponsabilità politica la causa della perdita di credibilità elettorale non può che onorare me e la mia categoria che poche volte riesce a essere imparziale comne dovrebbe.

Aggiungo solo che è inutile oggi lamentarsi del fatto che i provvedimenti si rivolgano contro i congelatori in odore di rottamazione se loro stessi non hanno sentito il bisogno di rivolgersi a uno studio legale per far valere le proprie ragioni basate sull’assunto di quanto leggo nel fondamentale intervento di Mungo e cioè che la Corte Costituzionale non abbia ritenuto incostituzionale il congelamento delle graduatorie.

Esorcizzare la propria la noncuranza con interventi del genere fa venire in mente l’inerzia dei danneggiati dalla legge Moratti che nel 2000 istituì le fasce nelle graduatore allora "permanenti", quanto di più antimeritocratico possa esitere in tema di reclutamento dei professori. Il Tar le abolì con nota di sdegno, ma la ministra le rimise in circolazione senza che nessuno di quanti allora sbraitavano sentisse il bisogno di rivolgersi alla giustizia di grado superiore e fare come per altri motivi hanno fatto qualche anno dopo coloro che si sono rivolti all’Anief per sconfiggere la norma antimeritocratica, cioè contraria al pettine.

Alla quale associazione, che non manca anch’essa di attaccare i miei articoli (ma siamo in democrazia e, come dice l’on. Manuela Ghizzoni, “meno male che c’è”), va il mio apprezzamento almeno nella presente occasione visto che in queste ore è l’unica organizzazione che ha sentito il bisogno di prendere posizione contro il vergognoso progetto di neutralizzare il diritto al risarcimento dei danni per abuso di precariato e contro il diritto al riconoscimento degli scatti di anzianità previsti dalla legislazione e dalla giurisprudena nazionali e sovranazionali. Quando il governo stava per abolirli nel gennaio 2011, con il famigerato Collegato lavoro, i sindacati si sono per la prima volta accorti che questi diritti esistono almeno dal 2001, come noi abbiamo scritto anni orsono, e come è documenato del libro “Una vita da supplente”, e hanno fatto impazzire centinaia di migliaia di lavoratori invitandoli a inviare una lettera di diffida entro il 23 di quel mese.

Ora che il pericolo è concreto poiché il progetto è contenuto nelle norme della bozza di Dm in via di emanazione, stanno zitti. E con loro stanno zitti i precari, troppo impegnati a pugnalarsi vicendevolmente, come emerge dai dialoghi disarmanti reperibili in rete o a individuare “un posto al sole” per lei ecchissenefrega dei colleghi, come una di loro ha appena scritto.

I super pentiti del pettine. Se il Pd si spacca sulle graduatorie dei precari

Il Congelamento GAE è costituzionale. PD e IDV tutelino ciò che hanno creato!

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