Posti attivati per la A23: troppo pochi e attribuiti a docenti della primaria. Lettera

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Inviato da Raffaella Morano – Gentilissimi redattori, sono un’insegnante d’italiano a discenti alloglotti (cdc A23).

Scrivo a voi per lamentare l’esiguo numero di posti attivati per questa classe di concorso che, come ha stabilito il MIUR, è per tutti i gradi di istruzione, ma, di fatto ha visto la presenza di pochissime cattedre solo nei CPIA.

Inoltre, anche in queste scuole, l’insegnamento della lingua italiana agli adulti è affidato a docenti di scuola primaria, che utilizzano inevitabilmente metodologie didattiche adatte ad alunni di scuola elementare e quindi d’età infantile. Molte scuole medie e superiori sono frequentate da studenti stranieri che non conoscono la nostra lingua e sono così penalizzati nell’apprendimento delle diverse discipline, oltre che nell’integrazione dentro e fuori dalla classe. Penso sia utile, anche in queste scuole, un insegnante di italiano L2.

Mi chiedo,inoltre, a cosa serva aver conseguito una certificazione DITALS o CEDILS, aver frequentato un master in didattica dell’italiano L2, se poi la professionalità maturata non viene valorizzata, anzi viene limitata a qualche cattedra per regione.

Spero che la mia lettera possa avere risonanza, sia per far fronte alle difficoltà a cui vanno incontro gli studenti stranieri da poco arrivati in Italia, aiutandoli nel loro percorso di istruzione e formazione, sia per ottenere la giusta valorizzazione delle conoscenze degli insegnanti di questa classe di concorso.

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