Poesia del Sud, raccolta firme per antologie con autori meridionali del ‘900 nei programmi scolastici

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E’ iniziata la battaglia culturale per far tornare nei programmi didattici dei licei anche lo studio di poeti importanti del Novecento nati nel Meridione, rimasti ai margini dopo le indicazioni della riforma Gelmini. 

A portare avanti questa istanza è il Centro di documentazione di poesia del Sud che già da tempo ha avviato una raccolta di firme per la revisione dei programmi ministeriali. A questo elenco hanno dato di recente il loro sostegno Dacia Maraini, Alberto Angela, Maurizio De Giovanni e quella del direttore del Centro di produzione Rai Francesco Pinto; quest’ultimo ha citato tra le mancanze letterarie: i siciliani Salvatore Quasimodo (Premio Nobel per la letteratura), Elio Vittorini, Leonardo Sciascia e Gesualdo Bufalino, il napoletano Eduardo De Filippo, Alfonso Gatto di Salerno.

L’appello dai Saloni di Torino a Napoli

L’appello, come riportato sul quotidiano Repubblica.it, è stato mostrato e sottoscritto al salone del libro e dell’editoria di Napoli. Il titolo dell’appello è stato: “Napoli città libro” chiede a tutti gli scrittori e gli operatori culturali che vi parteciperanno di firmare l’appello del Centro di documentazione di poesia del Sud per uno studio della letteratura italiana rispettoso della ricchezza culturale dell’intera Nazione”.

Nonostante le indicazioni risalissero al decreto ministeriale della Gelmini, dal 2010 non sono mai state riviste. Il decreto ministeriale, pur non essendo prescrittivo e pur lasciando libera scelta agli insegnanti sugli autori da inserire nel rispetto del programma ministeriale di studio, ha una forte influenza sul mercato editoriale.

Ad esclusione di Ungaretti, nato ad Alessandria d’Egitto, e Italo Calvino, originario di Cuba, se si traccia una mappa geografica dei 17 autori indicati come esempio dall’allora ministra Gelmini, l’Italia è rappresentata da Nord Ovest a Nord Est con qualche presenza sporadica del Lazio, Toscana, Emilia Romagna.

Un tentativo di revisione di quel decreto pare essere stato avviato sotto la reggenza al Miur della Giannini, ad opera di un gruppo tecnico di monitoraggio liceale. Di quel lavoro, tuttavia, non c’è traccia. C’è traccia invece delle interrogazioni parlamentari relative proprio a quell’iniziativa avanzate da M5S, Pd e SeL.

L’ultimo tentativo di revisione è stato quello della ministra Fedeli con l’istituzione del Comitato scientifico nazionale per l’applicazione e l’innovazione delle Indicazioni nazionali (scuola secondaria superiore), ma è ancora in fase di limatura.

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