Pochi alunni per classe, e la scuola cambierà in meglio. Lettera

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inviata da Mario Bocola – Per contrastare il calo demografico della popolazione scolastica che, secondo le statistiche, entro il 2050 porterà ad una diminuzione del 17% degli alunni e, quindi, un esubero del personale docente, la ricetta efficace potrebbe essere quella dell’apertura delle scuole nel pomeriggio.

Fatto sta che tra le cause maggiore del decremento demografico e la persistente crisi economica del Paese che si ripercuote in modo duro sulle famiglie e sull’impossibilità di una sicurezza per il futuro che impedisce di mettere al mondo dei figli.

La crisi economica, la disoccupazione, i contratti a tempo determinato delle giovani coppie non garantiscono affatto un futuro buono per la scuola. Le ripercussioni per gli anni a venire saranno drammatiche e si faranno sentire in tutto il territorio nazionale.

Il termometro sarà la scuola dell’infanzia e soprattutto la scuola primaria dove col calo delle nascite, le iscrizioni diminuiranno drasticamente con una diminuzione delle classi e un conseguente esubero dei docenti.

Tra le misure da adottare, ovviamente, c’è l’eliminazione delle classi pollaio. Non si può più agire su una formazione delle classi da oltre 30 alunni e soprattutto tra classi scelte e classi ghetto. La situazione cogente non permetterà più la formazione di classi di livello alto e non. Gli alunni andranno equamente distribuiti tra le diverse sezioni e classi.

Il decremento demografico porterà alla nascita di nuovi istituti comprensivi in linea verticale (infanzia, primaria, secondaria di I grado e secondaria di II grado).

Incominciamo a ragionare in questi termini e il MIUR trovi le soluzioni giuste per affrontare questo problema divenuto impellente e non più procrastinabile.

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