Pisano: innovazione tecnologica per combattere l’analfabetismo digitale

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“Sei milioni di cittadini non usano la rete. E non è un problema di età. Portarli a bordo è la nostra sfida: per questa ragione è nata ‘Repubblica digitale’, un’alleanza tra enti pubblici e privati per diffondere le competenze digitali.

Uno dei nostri partner, Tim, partirà con un camper nei piccoli comuni per illustrare alla popolazione i più comuni usi della tecnologia. In parallelo sono partite o stanno
partendo decine di iniziative”. Lo afferma la ministra
dell’Innovazione, Paola Pisano, in un’intervista con la Stampa.
“Il tasso di digitalizzazione dei servizi della nostra P.A. è
al 56%, in perfetta media europea. Ma il tema dell’inclusione, a cominciare da chi lavora nella macchina dello Stato, è decisivo.
Così come aver ben presente qual è il nostro target: 60 milioni di persone, di cui soltanto un quarto accede ai servizi
digitali”, spiega Pisano. In tema di competenze, “è pronto un
bando per la ricerca di esperti di tecnologia e innovazione che nella P.A. mancano”.
Inoltre, prosegue la ministra, “costruiremo una strategia a
livello di governo: se si decide di investire sulle start up,
anche il sistema dell’istruzione deve orientarsi in tal senso;
se si punta sull’intelligenza artificiale in campo medico, il
ministero della Salute deve essere pronto a snellire le
procedure e a formare i dottori. Faremo un grande lavoro di
coordinamento: l’obiettivo è che ogni ministero abbia un ufficio per l’innovazione”.
Sul fronte della sicurezza, “stiamo lavorando a un polo
strategico nazionale, un ente che si occuperà di custodire i
dati sensibili della P.A.”, dice Pisano. “La presidenza del
Consiglio ha istituito un tavolo con vari ministeri –
Innovazione, Interno, Difesa, P.A. – il dipartimento delle
Informazioni per la sicurezza, l’Agenzia per l’Italia digitale e
la Corte dei conti. Abbiamo 22mila amministrazioni i cui dati
sono raccolti in 11mila data center per la cui sicurezza
spendiamo 2 miliardi all’anno. Un contesto nel quale è difficile garantire un livello di sicurezza omogeneo. Bisogna ridurre i data center e investire di più e meglio”.

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