Piattaforma per il rientro dei docenti al sud e assunzioni da GaE, le mozioni approvate in Sicilia

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La Piattaforma Programmatica, messa a punto da Osservatorio Diritti Scuola e condivisa dai “Comitati Uniti Scuola”, sta continuando il suo tour all’interno dei comuni siciliani.

La maratona è partita da Ferla, piccolo paese in provincia di Siracusa, e sta seguendo diverse tappe, in una instancabile corsa per le nove province.

La mozione, che dedica ben otto pagine al problema degli Esiliati 107/2015 e degli immobilizzati Ante Legem, è stata approvata quasi all’unanimità ove è stata proposta. A Catania sono sette i comuni etnei che l’anno accolta: Trecastagni, Biancavilla, Nicolosi, Belpasso, Castiglione di Sicilia, Linguaglossa e Riposto.

Le importanti linee guida riportate al suo interno rimettono in discussione l’intera Legge 107/2015 e il modus operandi attraverso cui ha innescato il caos nel mondo della Scuola e propongono dei suggerimenti per riportare alla normalità una situazione divenuta ingestibile.

Di seguito alcuni punti fondamentali per far rientrare una crisi innescatasi nel 2015 col Piano Assunzionale Straordinario e mai riassorbita a causa della chiusura da parte del MIUR nei confronti dei lavoratori della Scuola, il quale ha imposto le proprie regole, disciplinandole con contratti ostativi e assurdi. Prioritariamente si propone:

  • la trasformazione dell’ Organico di Fatto in Organico di Diritto di tutti i posti di sostegno in deroga presenti in Sicilia, che garantirebbe la continuità didattica degli alunni diversabili
  • il rientro dei docenti fuori sede e l’assunzione dei titolati in GaE;
  • la riqualificazione del personale di ruolo su classi di concorso diverse e corsi di riconversione sul Sostegno;
  • l’aumento del tempo scuola e l’impiego assennato dell’organico dell’autonomia, soprattutto in quei luoghi in cui la popolazione scolastica vive al limite della marginalità sociale e la dispersione scolastica è costantemente alta.

Tali interventi garantirebbero il rientro dei docenti siciliani nel proprio territorio, depauperato dall’assunzione straordinaria prima e dalla successiva mobilità obbligatoria viziata dall’algoritmo, dopo e dalle migrazioni ante 107/2015, che costrinsero tanti insegnanti a prendere la decisione di lasciare l’isola per essere assunti al Nord, successivamente all’entrata in vigore della Legge Tremonti – Gelmini. Quest’ultima ha lasciato in eredità alla Scuola diverse problematiche dovute ai tagli drasticamente praticati, soprattutto l’affollamento delle classi, meglio conosciute come classi – pollaio, in cui non si tiene conto né della presenza di alunni diversabili, né delle norme di sicurezza.

E’ necessario ricordare, inoltre, che la ricaduta economica della Buona Scuola sulla Sicilia è assente: gli insegnanti fuori sede spendono tutto lo stipendio al Nord in affitti e viaggi, impoverendo ulteriormente il proprio tessuto sociale, già gravemente intaccato dalla crisi economica degli anni 2000. Infine, gli insegnanti over quaranta e cinquanta assunti al Nord, sono stati sradicati dalla scuola siciliana a cui avevano apportato il proprio contributo per anni: il saccheggio intellettuale e culturale operato dalla 107/2015 ha indebolito la già tristissima situazione della regione, in cui la Scuola Siciliana si è sforzata di funzionare nonostante sia stata messa in ginocchio dalla falce economico-finanziaria della Riforma Gelmini.

La mozione, pertanto, richiama ai problemi reali della scuola siciliana e pone delle soluzioni tangibili per risollevare le sorti di una scuola danneggiata dai tagli e dal piano assunzionale, garantirebbe il rientro degli esiliati e degli immobilizzati e l’assunzione dei precari GaE, ostacolati da inutili e periodici concorsi.

Ci si augura, quindi, che l’opera di sensibilizzazione della Piattaforma Programmatica possa crescere in tutto il Sud, ad appannaggio di un territorio fortemente concepito dagli stessi cittadini come “Colonia” di uno Stato che ha creato volontariamente due “Italie” e, quindi “Due Scuole Pubbliche”, una al Nord sostenuta dalle politiche nazionali e locali e una al Sud, abbandonata, maltrattata e disconosciuta.

Anna Dorotea Privitera

Non Si Svuota Il Sud

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