Petraglia (SEL): a fianco degli studenti per ricostruire scuola pubblica

Di Lalla
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"Il Dl scuola stanzia 400 milioni in tre anni, ma è il caso di ricordare che, a partire dalla legge 133 del 2008, passando per i vari decreti del governo Monti, alla scuola pubblica sono stati sottratti negli  ultimi cinque anni quasi 10 miliardi.

"Il Dl scuola stanzia 400 milioni in tre anni, ma è il caso di ricordare che, a partire dalla legge 133 del 2008, passando per i vari decreti del governo Monti, alla scuola pubblica sono stati sottratti negli  ultimi cinque anni quasi 10 miliardi.

Si tratta di una cifra enorme, di fronte alla quale l’investimento promesso appare come una goccia nel mare. Per questo non comprendiamo i toni trionfalistici del governo Letta". Lo ha detto la senatrice Alessia Petraglia, capogruppo di Sinistra, Ecologia e Libertà, in commissione Istruzione, che solidarizza con le mobilitazioni degli studenti di tutta Italia che chiedono all’esecutivo vere riforme strutturali "perché il sistema dell’istruzione ed in particolare la scuola pubblica ha pagato un prezzo troppo alto a fronte delle speculazioni finanziarie che hanno determinato la crisi del debito pubblico in Europa".

"Piuttosto – ha proseguito Petraglia – ci aspettiamo dalla Ministra Carrozza non solo queste poche risorse, ma anche un’idea che rilanci il ruolo istituzionale e culturale della scuola e delle Università che hanno
ancora modelli di gestione feudale. Infatti, il sistema delle barriere d’accesso, le alte tasse e il numero chiuso, hanno ridotto la qualità della formazione e il numero delle persone laureate.

Lo stesso accesso ai gradi superiori della formazione è un percorso ad ostacoli: dottorati senza borse, contratti a salario zero, corsi di formazione post-laurea spesso inutili, dipendenza mortificante dall’ordinariato. Lo scollegamento con il mondo del lavoro è totale".

"Il progetto che ha caratterizzato gli ultimi anni – ha concluso Petraglia – disegna una scuola con il segno meno: meno istruzione, meno cultura, meno obbligo scolastico, meno autonomia, meno partecipazione, meno collegialità e riporta la scuola indietro di un secolo, vale a dire a quell’idea di nazione e di società chiusa. E’ urgente invertire la rotta".

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