Personale educativo: alla denuncia di carenza di organico il Ministero risponde picche

Di Lalla
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inviato da Marco Bencivenga – E’ appena di qualche giorno fa una nota di protesta con cui le Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) di sindacati di mezza Italia, hanno denunciato che alcuni dirigenti scolastici stanno emettendo bandi illeciti e palesemente illegittimi, per lavoro sostitutivo di quello disponibile attraverso le graduatorie del personale educativo dei convitti, senza passare attraverso le obbligatorie graduatorie pubbliche, da cui si attinge il personale dello Stato.

inviato da Marco Bencivenga – E’ appena di qualche giorno fa una nota di protesta con cui le Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) di sindacati di mezza Italia, hanno denunciato che alcuni dirigenti scolastici stanno emettendo bandi illeciti e palesemente illegittimi, per lavoro sostitutivo di quello disponibile attraverso le graduatorie del personale educativo dei convitti, senza passare attraverso le obbligatorie graduatorie pubbliche, da cui si attinge il personale dello Stato.

Il personale educativo, ricordiamo, è equiparato al personale docente di scuola primaria ed i bandi, che costituiscono un pericolosissimo precedente, una sorta di privatizzazione di fatto della scuola pubblica, sono chiaramente utilizzati per soppiantare le carenze degli organici del personale.

E dopo appena un giorno dalla nota inviata al Ministro Carrozza per tutta risposta il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) attraverso la replica del sottosegretario Galletti all’interrogazione parlamentare presentata dall’on. Giordano di Sel, si arrocca in posizioni poco credibili e presto smentite dai fatti.

Il Ministero – spiega Vittorio Balestrieri RSU della CGIL presso il Convitto Nazionale “V. Emanuele” di Napoli – non solo nega il mancato riconoscimento degli organici di fatto degli educatori precari, i quali, invece, da tempo protestano in tutta Italia a causa di organici assolutamente insufficienti allo stesso funzionamento dei convitti, ma, addirittura, nega che il personale educativo statale soprannumerario, possa essere inserito nelle stesse attività di propria competenza, quelle di inclusione e integrazione nelle scuole a rischio, comprese le attività pomeridiane ed estive, proposte dal Ministero nel DL 104 in esame al Parlamento. Non nasconde, forse, un simile atteggiamento di chiusura, mire dirette a sostituire il lavoro pubblico statale con quello privato, sottopagato e sempre più precario? ”.

La risposta del Dicastero di Viale Trastevere, infatti, sembra parziale e insoddisfacente, proprio nel tentare di contraddire la richiesta dell’interrogante e sembra suggerire, neppure tanto velatamente, il possibile passaggio della delicata funzione docente ed educativa, ad un ruolo privato.

Non è chiara l’origine e la destinazione dei fondi – assicura il rappresentante sindacale campano – per attività che sembrerebbero, almeno in parte, residui dei tagli effettuati attraverso riforma Gelmini. Il Miur parrebbe adesso consegnare la battaglia contro la dispersione scolastica al settore privato, che sottrarrebbe, sic et simpliciter, agli attori pubblici la possibilità di incidervi realmente, non garantendo così i risultati di massa, da prevedersi nella scuola pubblica statale”.

Le problematiche dei Convitti e della categoria sono state recentemente al vaglio in un convegno conclusosi da poco a Salsomaggiore, organizzato per i Licei Europei; ma quali sono le vere prospettive per il personale educativo? Si potrà realmente discutere di un’innovazione capace di dare nuovo slancio alle Istituzioni Educative, se si intende prescindere dal personale che vi opera da sempre?

Non è certo attraverso privatizzazione, selezioni o altri astrusi meccanismi per ridurre il personale, che si rilanciano le Istituzioni Educative.

Gli educatori nella loro nota, inoltre, nella piena certezza del proprio ruolo docente ed educativo, pubblico e statale, molto scomodo per quanti aspirino a sostituirne le funzioni con personale precario e sottopagato privato, richiedono al Ministro e a tutti i parlamentari la massima tutela degli organici.

Sarebbe indispensabile – specifica Balestrieri – che l’iter parlamentare vedesse ritirare o modificare l’iniqua proposta contenuta nell’attuale formulazione dell’articolo 7 del DL 104 del Governo, affinché gli educatori delle Istituzioni Educative possano continuare ad offrire il proprio delicato servizio, nel contesto di una scuola pubblica e statale che sia di tutti ed ad operare la necessaria inclusione e integrazione per il bene di tutti gli alunni”.

La protesta del personale, come si vede, è già in corso e finalmente la partita si gioca a carte scoperte. E a sindacati allertati.

L’interrogazione e la risposta del Miur

5-00636 Giordano Giancarlo: Sull’utilizzo del personale educativo statale anche precario e in soprannumero
 
Il sottosegretario Gian Luca GALLETTI risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
 
"Come è noto, nella Gazzetta Ufficiale del 12 settembre 2013, è stato pubblicato il decreto-legge n. 104, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca. L’articolo 7 del citato provvedimento
introduce alcune misure dirette ad affrontare il fenomeno della dispersione scolastica, con particolare attenzione alle aree del Paese che risultano a maggiore rischio di evasione dell’obbligo.
 
Come annunciato dall’onorevole Ministro Carrozza nel corso dell’audizione presso le Commissioni congiunte di Camera e Senato, l’obiettivo che ha guidato la definizione dei citati interventi è stato il
contrasto alla dispersione scolastica con interventi che pongano l’alunno al centro del sistema scuola.
 
In quest’ottica, il citato articolo 7 del decreto-legge, prevede l’avvio, già dall’anno scolastico 2013-2014, di un programma sperimentale di didattica integrativa che contempla anche il prolungamento dell’orario scolastico per gruppi di studenti con particolare riferimento alla scuola primaria. L’obiettivo che si intende raggiungere è il rafforzamento delle competenze di base e dei metodi didattici, sviluppando soluzioni innovative dirette proprio agli studenti a maggior rischio di abbandono scolastico nonché quello, di primaria importanza, di rendere le scuole spazi aperti alle famiglie e alla comunità e luoghi di coesione sociale. 
 
È inoltre previsto che, per realizzare tale programma, le istituzioni scolastiche possano avvalersi di associazioni e fondazioni private senza scopo di lucro, appositamente abilitate dal Ministero, tra le cui
finalità statutarie rientrino l’aiuto allo studio, l’aggregazione giovanile e il recupero da situazioni di disagio.
 
Quanto alle osservazioni formulate dall’interrogante in ordine al personale educativo dei convitti e degli educandati, premesso che al momento non sono previste forme di esternalizzazione delle descritte iniziative di didattica integrativa, che saranno affidate quindi al personale docente, tali profili professionali potranno essere presi in debita considerazione solo all’esito della sperimentazione e del relativo monitoraggio.
 
C’è da aggiungere, peraltro, che attualmente non risultano esserci educatori in esubero rispetto alla dotazione assegnata, che viene determinata (ogni quanto tempo, ogni anno ?) secondo i parametri indicati
dall’articolo 20 del decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009.
 
Va infine sottolineato che l’articolo 7 del più volte citato decreto-legge stanzia, per gli anni 2013 e 2014, 15 milioni di euro per le suddette iniziative di contrasto alla dispersione scolastica e che pertanto
solo all’esito della sperimentazione e del relativo monitoraggio sarà possibile addivenire a precise e dettagliate informazioni su quantità e destinazione delle risorse."
 
Giancarlo GIORDANO (SEL), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta resa dal rappresentante del Governo. Dichiara infatti che, anche alla luce dell’emanazione del recente decreto-legge
n. 104 del 2013 in materia di istruzione, citato nella risposta del sottosegretario Galletti, il Governo non abbia fornito risposte adeguate alle questioni affrontate nell’interrogazione in discussione.

Appello Istituzioni educative: carenza di organico e tendenza ad assumere personale non statale

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