Perché educare con l’arte

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Nella nostra cultura credo si sia perso il senso e il significato della parola“Educare” che deriva dal latino: educere (ex–ducere), trarre fuori – condurre. Legato alla parola educare, anche se non è un suo sinonimo, vi è “istruire”, dal latino: stuere, erigere, costruire.

Oggi educare e istruire sembrano concetti confusi da didattiche innovative e scorrette non di approccio culturale ma psicologico, da classificazioni statistiche di competenze, da crescenti diagnosi di disturbi dell’apprendimento o del comportamento per quei bambini che non rientrano nella media dei parametri scolastici standard ministeriali. I bambini di oggi sono gli uomini di domani, il futuro di questa società e cultura.

Citando il pensiero di Giovanni Tagliapietra, intellettuale e filosofo con cui ho collaborato, Il posto che l’infanzia ha in una data civiltà, quello che una società dice e fa, nei confronti dei bambini, indica in ogni tempo e sotto tutte le latitudini, più di ogni altra cosa, l’idea della vita, le fondazioni culturali e quindi il destino di quella società”. Sono stata una bambina estremamente vivace ed ero anche incapace, come si suol dire, di “far di conto”; oggi corrisponderei, in base ai test di valutazione scolastici, al profilo di bambina “iperattiva” e anche “discalculica”.

Ma nel contesto culturale della mia infanzia non esisteva la moda dei disturbi e pertanto non sono stata classificata come un problema; le mie peculiarità, hanno trovato nell’arte il canale per esprimere il mio talento, e sono divenute la chiave del mio successo. Oltre trent’anni di carriera come ètoile della danza al Teatro Alla Scala e nei Teatri di tutto il mondo credo di essere la testimonianza vivente del valore educativo e formativo dell’arte. Per questo ho accettato il ruolo di Presidente di PENSARE oltre Movimento Culturale, associazione non profit apartitica e non confessionale, che propone una scuola ripensata e un’educazione che si fondi su valida didattica e arte, per un Nuovo Rinascimento per l’infanzia invece di disturbi inventati.

Ciascun individuo ha talenti da dare, tempi e modi diversi di crescere e imparare. Il bambino ha capacità straordinarie d’invenzione, l’arte coinvolge ogni suo senso e permette uno sviluppo mentale, favorendo la crescita delle abilità, accrescendo l’autostima, con un percorso di autentica integrazione nella scuola e nella società.

Laddove i bambini suonano e cantano insieme, non emergono problematiche d’interrelazione tra razze o religioni differenti. La famiglia e la scuola sono la culla dell’educazione e dell’istruzione del bambino. Fino ad oggi i programmi e le linee guida ministeriali hanno contemplato sempre discipline come “Educazione artistica, all’immagine, o alla musica”; nella realtà dei fatti, purtroppo, esse rivestono un ruolo accessorio. Manca essenzialmente la convinzione della loro significatività educativa.

L’educazione alle arti come nucleo fondamentale nella crescita, è uno strumento prezioso, per consentire un armonico sviluppo, emotivo, intellettuale e cognitivo del bambino. Essa fornisce opportunità di agire, creare, imparare, garantendo un accesso reale ai Saperi, attraverso la bellezza e il diritto costituzionale all’istruzione.

Se nell’educare diamo spazio all’artista bambino, nel rispetto dei suoi tempi e dei suoi ritmi, dei tempi della natura, non in contraddizione con i tempi della cultura, se gli concediamo la gioia della scoperta, dell’espressività di quella vitalità che porta naturalmente con sé, avremo un uomo di domani capace, creativo e competente. Avremo, di fatto, un Nuovo Rinascimento.

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