Perché il TFA non forma gli insegnanti. Lettera

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Christian Alberto Polli – Non sono solito usare fb per esporre pensieri personali, ma ogni tanto una deroga può avere un valore catartico. Sinceramente, il TFA, più che formare l'insegnante, svilisce le energie di chi vorrebbe dedicarsi alla formazione dei cittadini del domani. Perchè?

Christian Alberto Polli – Non sono solito usare fb per esporre pensieri personali, ma ogni tanto una deroga può avere un valore catartico. Sinceramente, il TFA, più che formare l'insegnante, svilisce le energie di chi vorrebbe dedicarsi alla formazione dei cittadini del domani. Perchè?

1) il nozionismo enciclopedico è, oltre ad essere inutile per la valutazione di una persona, un'emerita ciarlataggine volta a coprire l'inefficenza di reclutamento e valutazione durante l'iter universitario (erudizione non soltanto scoraggiata durante il percorso universitario stesso, ma assente anche nelle prove di preselezione per l'insegnamento negli altri Paesi UE);

2) svilisce la positività del giovane insegnante, venendo marchiato (e magari bocciato) solo perché non ha in mente la Treccani;

3) è antimeritocratico, sia per la faziosità dell'iter in sè, sia per gli elevati costi di iscrizione (3000 € e passa);

4) chi passa queste forche caudine, potrà avere una cultura notevole, ma non quell'empatia necessaria a chi vuole essere un dispensatore di cultura e formazione umana (qualità umana richiesta, a quanto pare, invece dalla commissione istruzione dell'Unione Europea).

L'esame finale in sè può far illuminare capacità discorsive eleganti, fini citazioni tratte da Aulo Gellio o da Muratori per incantare la commissione, un'ottima organizzazione teorica delle lezioni, ma neanche la valutazione di molti docenti "anziani" potrà mai sostituire le critiche (positive e negative) degli alunni: sono questi i veri esaminatori dei docenti, e non il Ministero o il Premier in carica.

Se, per insegnare, si è costretti a passare per questa "vallis lacrimarum" e perdere di vista il messaggio della missione dell'educatore, allora non voglio diventare per niente un insegnante come concepito dallo Stato. Preferisco esserlo senza titolo, che perdere l'anima per avere uno straccio di attestato. 

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