Pensioni quota 100, si può fare riducendo la spesa per reddito cittadinanza

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Ridurre a 7 o 8 miliardi di euro la spesa per il reddito di cittadinanza per aumentare quella destinata a coprire la riforma delle pensioni in chiave quota 100. 

E’ questo il messaggio lanciato da Matteo Salvini, vice presidente del Consiglio, intervenuto a ‘Radio Anch’io’ su Rai Radio 1.

Le parole esatte di Salvini

Salvini ha anticipato che la manovra finanziaria vedrà una spesa destinata alla controriforma della legge Fornero compresa “fra i 7 e gli 8 miliardi di euro”. E ha aggiunto che “se per la Fornero ci sono 7-8 miliardi, per il reddito ci saranno 8 o 9 miliardi“.

La coperta corta

Si è riaperto dunque il problema della suddivisione delle risorse con cui rendere concrete le promesse elettorali più gradite agli italiani. Salvini ha confermato che si tratta di “16 miliardi complessivi”. Finora il Movimento 5 Stelle ha rivendicato la necessità di 10 miliardi per le coperture al reddito di cittadinanza.

Flat tax

La ridistribuzione delle risorse influirà anche sulla flat tax a cui sarebbe destinata solo una copertura da due miliardi. Come rilanciato anche dall’agenzia AdnKronos, Salvini ha affermato: “Non possiamo fare in cinque mesi quel che altri non hanno fatto in 10 anni“. E ancora: “E’ incredibile che dopo i disastri che ha fatto il Pd ci si rimproveri. Siamo qua da quattro mesi e la gente ha capito che, senza miracoli, facciamo quello per cui ci hanno votato, io nel mio su immigrazione, sicurezza, beni della mafia“.

Quota 100 senza penalizzazioni

A confermare che la formula per le pensioni a quota 100 sarà quella del compimento dei 62 anni di età e 38 di contributi è il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, le cui dichiarazioni sono state riportate anche dal quotidiano Messaggero.

I pensionati che vantano questi requisiti non avranno alcuna decurtazione nell’assegno ipotizzata inizialmente nella misura dell’1,5% per ogni anno di anticipo rispetto all’attuale età di ritiro dal lavoro (66 anni e 7 mesi).

Vincolo 38 anni di contributi

Sembrerebbe escluso, come si legge sul Messaggero e scritto nei giorni scorsi da Orizzonte Scuola, anche il ricalcolo contributivo dell’assegno a partire dal 1996, che avrebbe tagliato l’importo di una percentuale tra il 10 e il 15%. Abolito, per il momento, anche il tetto ai contributi figurativi accumulati durante gli anni di lavoro.

Tale misura consente a coloro che sono stati soggetti a un periodo di sospensione del versamento contributivo nella loro vita lavorativa, magari per una cassa integrazione, a utilizzare lo scivolo, purché siano stati maturati complessivamente 38 anni di contribuzione, a prescindere dall’età anagrafica. 

Il commento del sottosegretario

Grazie a questa riforma – ha detto il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon – il prossimo anno andranno in pensione 400 mila persone. La riforma costituirà un input positivo per le aziende. L’interscambio generazionale assicurato con le nuove norme e l’alleggerimento dei costi, che un lavoratore di una certa età ha, infatti, sicuramente sarà un aiuto per le imprese. Il tasso di disoccupazione giovanile è ormai clamoroso, il peggio in Europa, superiore solo a quello della Grecia. Un intervento dovevamo farlo. Resteranno anche altri istituti: l’Ape sociale sarà stabilizzata e anche la cosiddetta opzione donna, che permette di uscire a 57 anni con il ricalcolo contributivo“.

Tutte le età per andare in pensione

Il Governo è anche al lavoro per il blocco di cinque mesi sull’avanzamento delle aspettative di vita: l’età di vecchiaia sarebbe stata considerata dal prossimo anno a 67 anni contro gli  attuali 66 anni e 7 mesi e l’età di anzianità rimarrà fissata a 42 anni e 10 mesi, rispetto all’aumento a 43 anni e 3 mesi. Tuttavia, come spiega bene il Messaggero, “le età della Fornero, ossia i 66 anni e 7 mesi, rimarranno in vigore come un limite superiore al pensionamento (e per le pensioni di vecchiaia). Rimarranno bloccati anche i 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva per uscire dal lavoro, ma non ci sarà l’abbassamento a 41 anni come previsto dal contratto di programma”.

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