Pensioni quota 100 salva anche se Bruxelles boccia la manovra

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Domani sarà uno dei giorni cruciali anche per pensioni quota 100. Il destino della controriforma Fornero è indissolubilmente legato a quella della manovra finanziaria, anche se la scrittura del provvedimento è stata rinviata a un decreto legge prossimo venturo.

La legge di Bilancio, infatti, contiene le coperture finanziarie per consentire a chi avrà i nuovi requisiti (quota 100 con 62 anni di età e 38 di contributi, compreso altre formule) di poter scegliere se andare in pensione in anticipo.

Italia Europa al ‘final countdown’

Domani, però, si avvia una tre giorni cruciale. Si parte con la presentazione delle conclusioni dell’Europa sul debito pubblico italiano al termine di uno scambio di lettere con cui Italia ed Europa sono rimaste sulle loro posizioni.  Se si arrivasse all’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, lo scontro fra Italia ed Europa sui conti pubblici italiani diventerebbe documentato anche a livello giuridico contabile e passerebbe agli atti assieme allo scambio di lettere.

Detto in parole povere, l’Europa rimprovera all’Italia che la manovra è molto costosa, anche più di quanto non sia stato messo nero su bianco. Come scrive Tiscali.it in un suo editoriale, “Per Bruxelles, in base ai conti dei suoi tecnici, la manovra italiana punta ad uno sfondamento non del 2,4, ma del 2,9 per cento. Solo per tornare al 2,4 per cento, il governo gialloverde dovrebbe rimettere nel cassetto il reddito di cittadinanza”.

Provvedimenti sotto la lente d’ingrandimento

Il reddito di cittadinanza è infatti la voce che pesa molto soprattutto se associata ai costi di pensioni quota 100. Quest’ultima però, almeno stando a quanto riportato dai mass media, non sembra messa in discussione, anche perché è uno dei provvedimenti che salda bene l’unione fra i due vice presidenti del Consiglio, Di Maio e Salvini.

Infatti, dopo molte critiche negative, ora cominciano ad emergere i dati positivi del provvedimento. Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, “Il governo stima 360mila candidati alla nuova pensione di anzianità. L’ufficio parlamentare di Bilancio (Upb), l’authority sui conti pubblici costituita nel 2014 a valle del fiscal compact, ha detto invece che i “quotisti” potrebbero arrivare fino a 437mila: 212mila circa con una prospettiva di assegno a calcolo misto e 224mila a calcolo totalmente retributivo, il più vantaggioso come si diceva”.

Pensioni quota 100, quanti la sceglieranno?

Ma il punto resta sempre lo stesso. L’uscita anticipata è su base volontaria. Se il lavoratore scegliesse di andare in pensione con quota 100 andrebbe incontro a un minor versamento dei contributi che influiranno sull’assegno finale. Inoltre, come riporta sempre il Sole 24 Ore, andranno incontro anche a un altro disincentivo: “il divieto di cumulo tra pensione e lavoro proprio per evitare un esodo di massa”. Eppure secondo i piani del ministero del Lavoro, almeno il 50% dei nuovi aventi diritto opterà per la pensione. A quel punto, secondo Stefano Patriarca, esperto di previdenza ed ex consigliere economico a palazzo Chigi, “l’impatto sulla spesa sarà importante e peggiorerà il record storico che abbiamo toccato l’anno scorso, quando su 269,7 miliardi di spesa per pensioni, alle anzianità sono andati 136,6 miliardi, il 51%“.

D’altra parte anche Alberto Brambilla, il professore che ha scritto il capitolo sulle pensioni per la Lega, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera: “E’ chiaro che se diciamo “tutti a casa”, cioè tutti quelli che hanno almeno 62 anni d’età e 38 di contributi possono andare via senza perdere nulla, arriviamo a un costo tra i 13 e i 15 miliardi di euro. Ma ci sono diversi paletti per limitare la spesa“, aggiungendo più avanti che: “Il ricalcolo comporterebbe una riduzione media del 10% circa. Ma si prende la pensione per cinque anni in più, e in quei cinque anni non si versano i contributi e non si lavora. Tuttavia è chiaro che a scegliere questa strada sarebbero meno della metà delle persone che hanno i requisiti. Meno di 200 mila su un massimo teorico di 430 mila. Così il costo non supererebbe i 6,7 miliardi“.

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