Pensioni quota 100, tutte le penalizzazioni per i dipendenti pubblici

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L’accesso alla pensione con la formula quota 100 non sarà obbligatoria. Il lavoratore che ha maturato 38 anni di contribuzione e 62 di età potrà scegliere se lasciare il lavoro in anticipo o se proseguire fino al compimento dei 67 anni anagrafici.

Assegni più bassi con pensioni quota 100

Lo ha ribadito con forza il sottosegretario al ministero dell’Economia, Laura Castelli, nella trasmissione Ballarò condotta da Giovanni Floris. Tale condizione potrebbe rendere incerta anche la stima dei 400.000 dipendenti che potrebbero far spazio alle nuove assunzioni.

Nonostante i dettagli sulla controriforma Fornero siano stati tolti dalla legge di Bilancio (depositata oggi in Parlamento) per essere oggetto di una normativa separata (ancora non è chiaro se collegata alla manovra Finanziaria), si conferma il fatto che chi sceglierà di andare in pensione prima non lo farà in maniera indolore. L’assegno che percepirà sarà necessariamente di importo inferiore a quello che andrebbe a prendere se restasse in attività fino a 67 anni.

Stima pensionati difficile da calcolare

Non si tratta di una penalizzazione, ma di semplice calcolo matematico: la riduzione degli anni di attività lavorativa corrisponde alla diminuzione dei contributi su cui viene calcolato l’importo dell’assegno da percepire a vita.

E’ evidente che trattandosi di scelta individuale, ogni lavoratore farà il calcolo personale sui costi e sui benefici di questo nuovo provvedimento. Poiché è complicato stabilire quale sarà la tendenza che deriverà dalla somma delle singole scelte personali, la stima dei 400.000 pensionati ‘anticipati’ potrebbe essere aleatoria e rendere ancora più variabile gli effetti prodotti dalle pensioni quota 100 sia in termini positivi, sia in termini negativi.

Cosa c’è scritto nella Legge di Bilancio?

Come anticipato dalla nostra redazione, nella Legge di Bilancio sono state indicate soltanto le coperture finanziarie, sarà un decreto ad hoc a normare la pensione quota 100.

Ecco cosa c’è scritto nella bozza di Legge di Bilancio: “Fondo per la revisione del sistema pensionistico attraverso l’introduzione di ulteriori forme di pensionamento anticipato e misure per incentivare l’assunzione di lavoratori giovani”“con una dotazione pari a 6.700 milioni di euro per l’anno 2019 e di 7.000 milioni di euro annui a decorrere dal 2020”.

al Governo si sono resi conto che con le regole elaborate (62 anni e 38 di contributi) si sarebbero svuotati gli uffici. Un problema che avrebbe toccato settori delicati come sanità e istruzione per i quali il prossimo anni ci sarebbero stati seri problemi nella gestione.

Penalizzazioni

Quindi dal Governo si pensano a delle penalizzazioni per gli impiegati pubblici come deterrente alla possibile fuga in pensione.

Ritardo nel TFR

Tra le possibili penalizzazioni c’è quella relativa ad un possibile ritardo nel pagamento del TFR. Per quanti opteranno per la quota 100 andando in pensione a 62 anni, si pensa ad un tempo fino a 5 anni per il pagamento del TFR/TFS, pagando la somma al compimento dei 67 anni.

Finestra di sei mesi

Altra possibile penalizzazione che, a quanto pare, è presente nella bozza del “pacchetto pensioni”, riguarda una finestra di sei mesi per ricevere l’assegno. L’assegno, per quanti aderiranno alla quota 100, sarà consegnato dal primo luglio 2019.

Nella bozza si precisa che a fronte di requisiti maturati dal primo gennaio 2019 “il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico è conseguito trascorsi sei mesi dalla data di maturazione dei requisiti“.

Si tratta ancora di soluzioni possibili e di soluzioni presenti in bozze, nulla di definitivo. Nelle prossime ore avremo sicuramente delle notizie in più.

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