Pensioni quota 100, ecco gli effetti sul personale scolastico

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Qualunque sia la formula con cui si arriverà a quota 100, questa non potrà che produrre effetti positivi fra il personale scolastico. A differenza di quanto avviene nella categoria dei medici, quella dei docenti e Ata, l’anticipo alla pensione con quota 100 si traduce in una stabilizzazione dei precari.

Secondo gli ultimi orientamenti del Governo, la formula pensionabile che ha maggiori possibilità di essere registrata nella legge di Bilancio è quella dei 62 anni di età con 38 di contribuzione senza penalizzazioni sull’assegno. A questa si aggiungerebbero altre variabili che, buona sostanza, potrebbero mandare in pensione circa 40o.000 persone in più.

Tale effetto riportato su alcune singole categorie professionali ha risvolti differenti e persino contrapposti. Mentre per la categoria dei medici l’accesso anticipato alla pensione per 70.000 persone si potrebbe tramutare in un danno per un ricambio generazionale non così automatico, gli effetti sul mondo della scuola sono di segno opposto.

Alcuni conti sui numeri dei docenti e del personale Ata interessati dalla controriforma Fornero erano stati ipotizzati già a fine agosto, quando le formule per raggiungere quota 100 erano molto nebulose. Sulla base di quelle informazioni (quota 100 con 64 anni di età), si prevedeva un’uscita anticipata nel mondo della scuola per circa 73.000 soggetti. Ancora più generoso sarebbe stato l’effetto con la pensione anticipata calcolata senza limite di età, con cui si sarebbero liberati 147.000 posti fra docenti e personale Ata.

Con l’affinarsi delle ipotesi di Governo sulla formula da adottare, a rifare i calcoli sugli effetti nel mondo della scuola era stata Anief. Già a metà settembre aveva fatto sentire la sua voce: quota 100 con 41,5 anni di contribuzione avrebbe mandato in pensione circa 200.o00 docenti e Ata.

L’aspetto fondamentale per il quale il maggior numero di pensionandi nella scuola si traduce in un vantaggio rispetto a quanto possa accadere nella categoria dei medici consiste nell’accesso alla professione.

Il numero dei docenti e personale Ata che aspirano al ruolo è talmente alto e distribuito (soprattutto al Sud) fra le varie graduatorie (esaurimento, merito, istituto, eccetera) da trarre beneficio dai posti che si libererebbero con le pensioni anticipate. Ed è questo la vera differenza con altre categorie.

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