Pensioni quota 100 a 62 anni senza penalizzazione sull’assegno

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Sulle pensioni quota 100, il Governo è al lavoro per evitare la decurtazione sull’assegno per i lavoratori con 62 anni di età e 38 di contributi.

Ad anticipare le mosse sulla composizione della legge di Bilancio è il Giornale, secondo il quale sarebbero state accantonate le ipotesi di raggiungere quota 100 con formule alternative a quella dei 62+38.

Vincolo dei 38 anni di contributi

Il vincolo dirimente pare sia diventato quello dei 38 anni di contribuzione. Ne deriva che in presenza di 37 anni di versamenti e 63 di età, con cui si raggiunge comunque la quota 100, l’accesso alla pensione sarà comunque rinviato all’anno successivo; così dicasi per tutte le altre formule sommatorie per raggiungere la quota 100.

Questo paletto consentirebbe di restringere la platea dei lavoratori in uscita dall’attività e limitare il tetto della spesa pubblica agli 8,5 miliardi di euro per quest’anno e un altro miliardo nel prossimo anno.

Resta in vigore la pensione di vecchiaia

Se questa nuova formula rappresenta una buona notizia per i sessantaduenni che non avranno una penalizzazione dell’1 o dell’1,5% sulla pensione, ma non è una buona notizia per tutti gli altri pensionandi per i quali il traguardo del meritato riposo si allontana fino al raggiungimento dei 38 anni di versamenti contributivi o dei 67 anni di età, come previsto dalla legge Fornero.

Si potranno però consolare con il blocco sull’aumento delle aspettative di vita che avrebbe portato la soglia per accedere alla pensione a oltre 67 anni. 

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