Pensione, diritto di precedenza a chi fa lavori usuranti. Ecco il coefficiente di usura secondo il Movimento 5 stelle

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Ecco il coefficiente di usura per determinare quali lavoratori svolgono attività più usurante e hanno diritto di andare prima inpensione. La proposta è di Pasquale Tridico, ministro del Lavoro individuato dal Movimento 5 Stelle prima delle elezioni politiche.

Cancellare la riforma Fornero per i cinquestellati è una priorità, quindi un governo che veda Di Maio come premier metterà mano alla legge per stravolgere quelle che sono state le tanto criticate regole per il pensionamento dopo la riforma del Governo tecnico capeggiato da Monti.

Ma, in che modo avverrà tale cambiamento?

Lo ha spiegato Pasquale Tridico a Radio Capital. “Stiamo studiando cei criteri che permetterebbero l’uscita flessibile dal mercato del lavoro”, ha detto.

Negli obiettivi del Movimento c’è un “coefficiente di usura” che favorisca la flessibilità in uscita dal mercato del lavoro. In pratica, ad ogni categoria di lavoratori sarà assegnato un coefficiente che permetterà di determinare quando si potrà andare in pensione.

Cosa dovrà aspettarsi il mondo della scuola?

Vedremo, se ci sarà un governo cinquestellato, quale coefficiente di usura sarà attribuito ai docenti. Si conta che i docenti che restano vittima di “Burnout” tra la classe docente si aggiri intorno a 100mila unità. Si tratta dello studio  ‘Getsemani’, dal titolo ‘Burnout e patologia psichiatrica negli insegnanti’, che ha fatto emergere che la categoria degli insegnanti è quella che di più conduce verso patologie psichiatriche e inabilità al lavoro.

Svolgendo una professione altamente ripetitiva e alienante, i docenti sono infatti sottoposti a diversi stress di tipo professionale. Le ultime stime, svolte su scala nazionale , indicano almeno il 3% di docenti (circa 25mila) sofferenti di patologie psichiatriche croniche, a cui va aggiunto un altro 10% (circa 80mila) che mostra segni palesi di stanchezza e spesso di depressione.

Il medico ematologo Vittorio Lodolo D’Oria, autore di diversi studi sul ‘burnout’, il quale gestisce una rubrica sull’argomento nelle nostre pagine, ha accertato che gli insegnanti stressati a causa del lavoro logorante sono il 73%. Gli individui che causano loro maggior stress sul lavoro sono nell’ordine: gli studenti (26%); i loro genitori (20%); i colleghi (20%); il dirigente scolastico (2%). Il 32% rimanente ritiene usurante la somma di tutte le relazioni. Sempre gli studi del medico esperto in ‘burnout’ hanno accertato che ad essere particolarmente esposte sono le docenti, che nella scuola rappresentano complessivamente oltre l’80% del corpo insegnante: sono fisiologicamente più soggette al “logorio professionale, in particolare dopo la menopausa”. I dati sono stati confermati dallo stesso Lodolo D’Oria solo alcuni giorni fa attraverso un’intervista alla stampa specializzata nelle quale il medico si sofferma sulle “gravi patologie psichiatriche o di forme tumorali conseguenti all’immunodepressione da stress cronico ” dell’insegnante medio.

Vedi anche: Suicidi tra gli insegnanti, quanti nell’ultimo triennio? Una strage che può divenire di Stato

Vedremo, in caso di governo stellato, se i dati a disposizione saranno da considerarsi sufficienti per far applicare agli insegnanti un significativo coefficiente.

Ricordiamo, inoltre, che la nostra testata ha ospitato una petizione avviata dal dottor Vittorio Lodolo D’Oria che ha chiesto durante la campagna elettorale stipendi adeguati e pensione anticipata. Una petizione che ha superato le 30mila sottoscrizioni.

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