Il PD non arretra, avanti con la riforma della scuola nonostante il calo di consensi elettorali

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C'è modo e modo di leggere i dati, il Partito Democratico vede il bicchiere mezzo pieno e annuncia che continuerà sulla strada intrapresa.

C'è modo e modo di leggere i dati, il Partito Democratico vede il bicchiere mezzo pieno e annuncia che continuerà sulla strada intrapresa.

"Chiudiamo con un netto 5 a 2 a favore del centrosinistra in questa tornata elettorale. Un risultato di cui essere soddisfatti e che ci fa dire che il processo delle riforme va portato avanti", le parole dei vicesegretari Serracchiani e Guerini e il presidente Pd Orfini dopo la conferenza stampa sulle elezioni.

Questo, effettivamente, è un modo per leggere le elezioni regionali, non importa se rispetto alle europee i consensi sono calati di circa il 18%, insomma "comunque abbiamo vinto", rispondono i vertici a Salvini che affermava "noi vera alternativa a Renzi".

Il PD sminuisce anche l'avanzata del Movimento 5 stelle, che in alcune regioni ha ottenuto la maggioranza assoluta, come in Liguria, "festeggia un risultato pari a zero ed è abbastanza curioso", afferma Matteo Orgini riferendosi al fatto che il Movimento non ha conquistato alcuna regione.

Insomma, conta il risultato, non il consenso. Quindi, avanti con le riforme, freddando quei docenti che pensavano ad un possibile ripensamento relativamente ad alcune scelte contenute nella riforma della scuola.

"L'Europa ci chiede di andare avanti su questa strada. Io non ho mai visto cosi tanti risultati ottenuti da un governo in Parlamento. E nei prossimi 40 giorni affronteremo la discussione di provvedimenti sul codice degli appalti, sulla scuola, la riforma della Rai," ha affermato Zanda.

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