Panebianco: l’importante è assumere, non avere insegnanti preparati

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Nell’editoriale di oggi Angelo Panebianco sul Corriere.it riprende il discorso sul reclutamento dei docenti già avviato da Nuccio Ordine il giorno prima.

Il caso è quello del TAR Lazio, che si è espresso contro il numero chiuso nei corsi di laurea umanistici dell’Università di Milano, ma permette all’opinionista di dire la propria sulla qualità degli insegnanti in Italia.

Sul sistema educativo pesa – leggiamo – dagli anni Settanta dello scorso secolo, un patto che coinvolge, ancora oggi, la politica, l’amministrazione, quella parte dei docenti che ha ottenuto benefici dall’esistenza del patto, e tanti utenti (studenti e famiglie). […] Il patto di cui parlo venne tacitamente siglato fra la Democrazia Cristiana, allora al potere, e i sindacati della scuola, e coinvolse anche il Partito comunista.

I termini del patto erano i seguenti: la scuola ha un unico vero scopo, assorbire occupazione . Non importa se gli insegnanti reclutati siano capaci o no, preparati o no. Importa solo che siano tanti (il che significa , inevitabilmente , mal pagati) . E neppure importa che siano condannati a una lunga e umiliante esperienza di precariato. […]

Nell’età post- democristiana le cose non sono cambiate . Non ci sono più quegli attori politici ma l’eredità che hanno lasciato è sempre viva. Tutto ciò che ha a che fare con i processi educativi continua ad essere trattato nello stesso modo. Si pensi all’ultima imbarcata di precari: l’importante era assumere docenti. Il fatto che fossero competenti o no era irrilevante.

 

L’editoriale

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