Pacifico, Anief: 1.000 assemblee sindacali, grande campagna di informazione per docenti e Ata [Intervista]

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Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, spiega quali saranno i prossimi passi del sindacato e le idee da portare avanti per il personale docente, Ata ed educativo.

Anief diventa sindacato rappresentativo: cosa intendete fare ora?

Porteremo avanti una campagna di informazione e consultazione dei lavoratori della scuola, sia per il rinnovo dei contratti nazionali sia per quelli integrativi di istituto e per eventuali proposte di legge sulla scuola. Possiamo finalmente informare il personale scolastico sui diritti anche dal punto di vista giuslavoristico e quindi agli anni di precariato svolti e come questi dovevano essere valutati ai fini della ricostruzione di carriera, con tutte le determinazioni conseguenti relative all’aumento degli stipendi, al salario accessorio, alla retribuzione professionale docenti ma anche all’assegno per il personale Ata (CIA), gli scatti di anzianità e gli eventuali risarcimenti.

Daremo inoltre particolare importanza alla sicurezza nelle scuole, agli strumenti per prevenire eventuali danni dei lavoratori, considerando anche ciò che sto accadendo negli ultimi giorni con i disastri naturali.

Continueremo nel prossimo mese di dicembre i nostri seminari gratuiti sulla legislazione scolastica per commentare gli ultimi provvedimenti, soprattutto il disegno della legge di Bilancio e il decreto legge numero 126/2019. Nel 2020 organizzeremo invece 1000 assemblee sindacali per coprire 8000 scuole site in 3000 Comuni, sarà la più grande campagna di informazione e consultazione dei lavoratori. Bisogna ripartire proprio dai lavoratori, dal confronto con loro, da una consultazione preventiva per programmare tutto quello che è nell’interesse del lavoratori. Quando il lavoratore è tutelato, valorizzato, informato dei suoi diritti, può lavorare in una situazione migliore, con maggiore produttività, incentivazione e professionalità.

Quali sono le idee Anief per il personale docente?

Deve essere tutelata innanzitutto la libertà allo sciopero, come ribadito negli ultimi giorni nei tavoli all’Aran. Deve essere valutata anche la libertà d’insegnamento, attraverso la valorizzazione della professione, partendo dal profilo economico. Quindi bisogna recuperare l’inflazione, aumentare di 10 punti mensili gli stipendi e allinearli poi, a parità di lavoro svolto, a quelli dei colleghi europei. E’ necessaria una revisione giuridica dell’attuale contratto, firmato in fretta un anno fa, che non tiene conto di alcuni aspetti rilevanti quali i docenti assunti su posti di potenziamento o della mobilità.
Dunque norme che riguardano da una parte l’aspetto retributivo, dall’altra l’aspetto giuridico.

Noi chiediamo meno graduatorie, più assunzioni, meno sfruttamento del precario e più affidamento a organici stabili, combattendo anche le classi pollaio. Bisogna portare incentivi laddove è più difficile insegnare, vivere, premiando anche i sacrifici di chi si allontana dalla propria famiglia. Per valorizzare e retribuire gli insegnanti allo stesso modo, bisognerebbe partire dalle stesse condizioni. Questo si può pensare dopo gli altri provvedimenti: 1)allineamento stipendi all’inflazione, 2)avvicinamento stipendi alla media europea, 3)nuova configurazione degli organici e quindi la fine della precarietà. Non può più esistere che il personale con contratto a tempo determinato venga trattato dal punto di vista giuridico ed economico diversamente da chi è di ruolo.

Il reclutamento dei docenti dovrebbe avvenire ripristinando il vecchio e doppio canale, attraverso le Gae aggiornabili ogni anno al personale abilitato, concorsi abilitanti ogni anno aperti al personale laureato e con eventuale assunzione da graduatorie di istituto per scorrimento, ma anche con l’assunzione degli idonei dei concorsi precedenti attraverso l’adeguamento dell’organico di fatto all’organico di diritto. Porteremo avanti questa battaglia soprattutto sul sostegno.

Quali saranno le proposte di Anief sul sostegno?

Quasi il 40% dell’organico su posti di sostegno viene dato a contratti a tempo determinato ogni anno. Cercheremo di coniugare l’esigenza della continuità didattica con il ricongiungimento familiare: il blocco sulla mobilità quinquiennale non dovrebbe esistere, così come quello triennale.
Gli alunni e le famiglie devono trovare l’insegnante a inizio anno scolastico: ciò che è più importante non è avere lo stesso docente, ma avere insegnanti preparati e motivati. Bisogna allora puntare più su cosa si può fare per avere docenti preparati.

Per il personale Ata qual è la vostra linea?

Siamo stati convocati in Aran per la revisione dei profili, abbiamo detto come prima cosa che bisogna cambiare i livelli.

I livelli di stipendio sono vecchi più di 40 anni e non tengono conto dei nuovi ruoli e del nuovo lavoro svolto a parità di titolo di accesso. Il personale Ata è quindi il più svilito della pubblica amministrazione dal punto di vista retributivo. E’ poi necessario attuare ciò che dice il contratto da 30 anni, ci sono profili professionali per esempio i coordinatori dei collaboratori e i coordinatori degli assistenti tecnici e amministrativi, che Anief ha individuato in 20mila posti in più, mai attivati, mentre i passaggi verticali sono bloccati. Siamo riusciti a ottenere la partecipazione al nuovo concorso dei Dsga facenti funzione senza laurea, ma questo non risolve il problema: dopo tre anni non si può essere chiamati a fare i Dsga e poi ancora un concorso.

Non è inoltre giusto stabilizzare soltanto il personale esterno delle cooperative, quando il personale interno continua a essere chiamato da precario. Sugli organici si deve recuperare il taglio del 17% operato 10 anni fa dalla legge 133.

Infine, bisogna riconoscere il vero ruolo di un direttore: un Dsga non può essere retribuito come un segretario.

Educatori e assistenti alla comunicazione

Non dimentichiamo gli educatori che per contratto sono equiparati ai docenti, ma ancora ad oggi non possono entrare nel mondo della docenza della primaria e dell’infanzia. Pensiamo anche agli assistenti alla comunicazione che per noi sono importanti e non devono essere più collaboratori occasionali chiamati dai Comuni, bensì devono essere figure stabili all’interno della scuola.

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