Orientare alle differenze: il lavoro del futuro passa attraverso l’integrazione delle diversità

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Nella gestione aziendale, negli ultimi tempi, a emergere con gran forza, seppure con alcune difficoltà nel contesto italiano, è il cosiddetto diversity management: nient’altro che un modo di fare impresa che pone grande attenzione alla necessità di integrare consapevolmente e in maniera sistematica, all’interno di uno stesso staff aziendale, professionisti di età, genere e cultura differente.

In tal senso, la diversità è vista come un valore aggiunto per il buon funzionamento delle imprese e per il rendimento aziendale, ed è inoltre considerata come un moltiplicatore della felicità in azienda. Detto in altri termini, di recente si è legittimamente portati a pensare che un’azienda con un organico multietnico, favorevole all’integrazione delle persone LGBTQ al suo interno e in cui personale junior sia affiancato a personale senior possa avere migliori performance anche e soprattutto perché agirebbe positivamente sullo stato d’animo dei propri dipendenti.

Ad accorgersi di questa evidenza sono ormai molte aziende, tanto che sta emergendo una nuova figura professionale che, in area Risorse umane, lavora proprio al fine di rendere gli staff quanto più trasversali possibile, gestendo letteralmente la diversità in azienda. Si tratta del Diversity manager, professionista che, per fare soltanto un esempio, è stato ultimamente integrato nientedimeno che nell’organico di Gucci: notizia, questa, che ha avuto un grande riscontro a livello mondiale.

Sulla scia di queste riflessioni, è possibile sostenere che una buona opera di orientamento stia anche in questo: preparare studentesse e studenti al futuro lavorativo con la consapevolezza che l’insistenza sulla separazione tra generi, culture ed età non gioca a favore della tenuta degli organici né degli affari. Per far questo, però, ossia per preparare i giovani a interiorizzate nel modo adeguato tali assunti, c’è bisogno di poter utilizzare strumenti e argomenti didattici pensati esattamente allo scopo. E talvolta, va detto, tali strumenti devono necessariamente guardare al passato, a quei momenti oscuri della storia dell’uomo in cui l’uomo non è stato capace di pensare in termini di valorizzazione delle differenze, facendo invece l’esatto opposto: denigrare, segregare, sfruttare e annichilire gli “altri da sé”.

Tra questi, è possibile segnalare un corso di formazione per docenti che intende ragionare sulla genesi del concetto di “razza”, un corso di formazione pensato esattamente allo scopo di offrire agli insegnanti strumenti utili a individuare la costruzione del concetto stesso e i danni che esso ha provocato. Il corso, intitolato proprio “L’invenzione della razza”, è organizzato dal Museo delle Civiltà di Roma, in collaborazione con l’Associazione 21 Luglio Onlus e la Fondazione del Museo della Shoah di Roma. Rivolto a docenti delle scuole italiane di ogni ordine e grado, prenderà il via a novembre 2019, per concludersi ad aprile 2010, e potrà essere frequentato sfruttando parte della carta docente (maggiori informazioni sono disponibili qui).

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