Orientamento: scegliere bene dopo il diploma per superare il mismatch

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Mismatch: una parola che gli esperti del lavoro usano spesso, ma che tutti gli altri stanno forse imparando solo di recente a conoscere.

 Di che si tratta? Letteralmente di una “corrispondenza mancata”, cioè la discrepanza tra le competenze acquisite dalle persone nel sistema di istruzione e formazione e quelle richieste del mondo del lavoro. Tale fenomeno interessa più o meno tutti settori economici e produttivi, dal momento in cui le competenze, in molti casi, possono essere acquisite o affinate soprattutto on the job. Vi sono tuttavia alcuni settori in cui il mismatch supera il livelli di guardia, rendendo la situazione piuttosto problematica.

In tal senso, Confartigianato ha recentemente prodotto un report, basato su dati Excelsior-Unioncamere riferiti al 2018, proprio al fine di individuare i profili professionali più difficili da reperire per le imprese. Scopriamo così che si tratta in prevalenza di profili tecnico-specialistici come l’Analista e progettista di software (con una difficoltà di reperimento da parte delle imprese del 63%), il Tecnico meccanico (61%), lo Specialista di saldatura elettrica e a norma ASME (57%) e vari altri tipi di Tecnici e anche Ingegneri.

Tutti profili sui quali non viene posta la necessaria e dovuta attenzione nel sistema formativo del Paese e nelle scelte dei giovani. Spesso, infatti, capita che la scelta di un percorso di studi o formazione post-diploma ricada su percorsi tradizionalmente considerati “nobili”, come per esempio la laurea in ambito giuridico, letterario o psicologico, affollando in tal modo le schiere dei giovani disoccupati (si vedano in proposito i dati sulla condizione occupazionale del laureati italiani). E tutto questo a detrimento di altri percorsi che invece garantirebbero la trasmissione di competenze tecniche utili a entrare senza difficoltà nel mercato del lavoro, come per esempio gli Istituti tecnici superiori (ITS), percorsi di formazione terziaria (dunque equiparabili alla laurea) professionalizzante che invece, grazie a una forte connessione con il sistema delle imprese, garantiscono livelli occupazionali di tutto rispetto.

In ottica di risoluzione del mismatch, allora, bisognerebbe essere in grado, anche come singoli individui, di scegliere percorsi capaci di far maturare le competenze richieste dal mondo professionale, considerando tuttavia questi percorsi non come strade secondarie per raggiungere ruoli professionali ancillari. Il superamento del mismatch, dunque, passa anche attraverso un cambio di rotta dal punto di vista simbolico e culturale, oltreché da un necessario e rinnovato impegno su cui le istituzioni formative devono, prima di chiunque altro, spingere con forza.

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