Orientamento eTwinning: condividere esperienze per migliorare i servizi

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Progettare e realizzare percorsi di orientamento efficaci sia sul piano formativo che professionale rappresenta oggi, ancor più che in passato, una strategia di intervento molto importante per accompagnare le scelte dei giovani.

E non solo perché l’offerta formativa è ampia ed eterogenea al tal punto da rendere l’orientamento una fase indispensabile per chi deve scegliere, ma anche perché il livello di consapevolezza con cui i giovani e le giovani intraprendono un nuovo ciclo di studi (di secondo o di terzo livello) può fare la differenza nella riuscita o meno di quel percorso.

Questo almeno da due punti di vista:

  • il primo, strettamente connesso a percorsi di “orientamento in ingresso”, riguarda la valorizzazione delle inclinazioni e passioni dello studente: intraprendere un percorso di studio senza aver sufficientemente riflettuto su questo aspetto può rallentare e rendere poco “digeribile” l’intero ciclo formativo, col rischio di impattare negativamente sullo sviluppo delle attitudini personali dei giovani
  • il secondo punto di vista, più vicino a percorsi di “orientamento in uscita”, attiene invece il cosiddetto mismatch tra percorso di studio e mercato del lavoro. Una questione di non poco conto e di per sé complessa, su cui tanto si è discusso negli ultimi tempi.

Dunque, cosa scegliere: università o lavoro?. Appare evidente che l’orientamento (professionale) non può rappresentare la ricetta unica a un problema così ampio. Ma potrebbe essere fruttuoso – come accade sempre più spesso nei servizi di orientamento e placement – costruire momenti di apertura e confronto con il mercato del lavoro lungo la filiera della transizione scuola-lavoro.

Il gap tra formazione e lavoro

Per restare su questo secondo punto, una recente indagine realizzata dal Censis per conto dell’Ebitemp conferma che in Italia persiste un disallineamento fra le competenze apprese tra i banchi di scuola/università e ciò che si andrà a fare una volta concluso il proprio ciclo di studi. I dati rilevati al campione di giovani intervistati nel corso della ricerca indicano che:

  • il 26,9% dei giovani italiani attualmente occupati ritiene che il lavoro svolto non abbia alcun tipo di connessione con il proprio percorso di studi o di formazione
  • un ulteriore 22,6% individua qualche elemento affinità, ma solo marginale

E se circa il 60% dei diplomati trova con difficoltà punti di contatto tra i propri studi e il lavoro svolto, tra i laureati il dato è più basso (38,1%). Ma per questi ultimi il mismatch formazione-lavoro pesa di più se si tiene conto del lungo investimento (anche superiore ai 20 anni nel caso di dottorati o corsi post-laurea) in capitale umano e si aggiungono aspetti più complessi che vanno dalle crescenti aspirazioni professionali delle giovani e giovanissime generazioni alle difficoltà del sistema produttivo di assorbire risorse umane con livelli di istruzione sempre più elevati.

Una buona pratica per condividere esperienze: eTwinning

Come intervenire? Se si è d’accordo sull’utilità dell’orientamento in uscita per ridurre questo gap, un ulteriore passo verso il rafforzamento dei servizi di orientamento può venire dalla condivisione di pratiche innovative, anche attraverso forme di gemellaggi elettronici tra scuole, in una logica di mutual learning che trasforma le diverse metodologie didattiche e di orientamento in conoscenze condivise.

È questo, in estrema sintesi, l’obiettivo per cui nel 2005 la Commissione europea lancia eTwinning, una piattaforma web che offre alle scuole primarie e alle scuole secondarie europee la possibilità di utilizzare strumenti ICT (Information and Communication Technology per condividere esperienze. Intorno a questa piattaforma, nel corso di circa 12 anni, è cresciuta una community di oltre 420.000 eTwinner, con la partecipazione di docenti di 36 Paesi. Le attività di monitoraggio della Commissione europea sui progetti e le esperienze condivise mostrano un generale senso di soddisfazione da parte degli insegnanti rispetto a quanto appreso nel corso del progetto.

Mettendo in ordine le competenze che hanno ottenuto un punteggio più elevato:

  • il 71% dei docenti ha dichiarato di essere migliorato anche nella gestione dei rapporti di lavoro con altro personale scolastico (per esempio dirigenza, amministrazione, coordinatori, insegnanti e personale di sostegno)
  • il 78% ritiene di aver appreso strategie di comunicazione più efficaci che agevolano il lavoro con insegnati di altre materie
  • il 66% ha affermato che le proprie competenze digitali – sempre più utili per arricchire anche i percorsi di orientamento con l’utilizzo di strumenti adeguati – sono state ampiamente sviluppate durante fasi di mutual learning

Una valutazione che nel complesso appare positiva e che dà valore al ruolo delle comunità di pratiche costruite intorno a formule di condivisione.

La nostra sezione dedicata ad orientamento e alternanza

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