Orientamento. Allarme lauree scientifiche: molti occupati, ma pochi iscritti

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Su che base i neodiplomati e le neodiplomate scelgono il loro percorso universitario?

Se volessimo credere in una generazione cinica, diremmo che i giovani scelgono in base alle prospettive occupazionali e allo stipendio raggiungibile. Secondo questa logica, ai giovani conviene scegliere le materie scientifiche, che offrono futuri più rosei rispetto a tutte le altre. Lo dicono i dati del Rapporto sullo Stato del Sistema Universitario e della Ricerca dell’Anvur.

Secondo i dati Almalaurea, i soli corsi scientifici producono una quota di occupati del 93% entro 5 anni dal titolo di primo livello. Ma, mentre per Ingegneria (92% di occupati) e i corsi di area medicosanitaria (90,2%) il numero di iscritti rimane consistente, anche grazie alla reputazione storica dei suddetti corsi, ne esistono altri nell’area scientifica che, pur garantendo le stesse percentuali di occupazione, vengono considerate sempre meno dagli studenti.

Parliamo di materie come Statistica, Matematica, Chimica e Fisica, fra le discipline che offrono possibilità di assunzioni e stipendi più elevati con percentuali vicine al 100% di occupati, che nel 2016 contavano invece appena il 6,3% delle matricole.

Sono corsi che, a 5 anni dal raggiungimento del livello magistrale, sono in grado di offrire ai propri laureati, in media, retribuzioni mensili nette di 1.649 per l’area scientifica, 1.576 euro per quella chimico-farmaceutica e 1.515 euro per quella statistico-economico, contro una media generale di 1.400 euro.

Nonostante questi numeri, tuttavia, i neodiplomati e le neodiplomate proseguono nella scelta di corsi di laurea che danno minori prospettive. Non è un errore in sé, anzi: scegliere in base alle proprie passioni e attitudini non è sbagliato. Il problema è che in queste circostanze prosegue il mismatch di cui soffre il mercato del lavoro italiano: anche se il lavoro c’è, mancano i profili giusti.

Per questo occorrerebbe un migliore orientamento già nella scelta della scuola secondaria di secondo grado, cominciando a raccontare a studenti e studentesse sin dalla giovanissima età la varietà delle scientifiche o l’opportunità di coltivare e assecondare le inclinazioni verso materie tecniche, artistiche o informatiche.

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