Organici Emilia Romagna, vera e propria emergenza: mancano all’appello oltre 2000 posti

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Allarme organici in Emilia Romagna, Regione che paradossalmente, a fronte dell'aumento della popolazione scolastica, è tra le più penalizzate dai tagli di personale sia docente che ATA. 

Allarme organici in Emilia Romagna, Regione che paradossalmente, a fronte dell'aumento della popolazione scolastica, è tra le più penalizzate dai tagli di personale sia docente che ATA. 

Proprio i tagli agli organici sono stati oggetto delle riunione, svoltasi questa mattina a Bologna, cui hanno partecipato i sindacati FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuole, Gilga Unams e Snals Confsal. Dalla riunione è emersa una situazione di vera e propria emergenza, in quanto mancano all'appello, tenuto conto del rapporto docenti-alunni 2363 posti così distribuiti:

  • 600 posti comuni;
  • 600 posti di sostegno;
  • 1.100 posti di personale ATA.

Naturalmente, detti tagli avranno una ricaduta assai negativa sull'utenza, in primis sulla scuola dell'infanzia in cui, comunicano le OO.SS., non potranno iscriversi oltre 3000 bimbi. E' in ballo, a livello generale e non solo di scuola dell'infanzia, il diritto allo studio e addirittura l'accesso al medesimo.

L'allarme lanciato dai sindacati è condiviso anche dall'USR Emilia Romagna, che ha chiesto almeno ulteriori 600 docenti, affinché gli studenti emiliani possano frequentare classi formate secondo le regole e aule in cui siano rispettate le principali norme di sicurezza.

La situazione è alquanto grave, affermano ancora i sindacati, poiché l'adeguamento dell'organico alle situazioni di fatto si è già concluso.

Qualora il Miur rimanga sordo alle richieste, in Emilia vi saranno classi con 35 studenti, numero questo superiore rispetto a quanto indicato dallo Ministero nella circolare sull'organico di fatto, in cui si afferma che le richieste di sdoppiamento vanno effettuate qualora il numero di alunni superi le 31 unità. Ne abbiamo parlato in "Organici 2016/17, adeguamento alle situazioni di fatto. La nota Miur".

Alla luce delle sopra descritte problematiche, i sindacati lanciano un appello a sindaci e parlamentari, affinché scendano in piazza per rivendicare il ripristino di una situazione accettabile e garantire conseguentemente quel diritto allo studio, che verrà altrimenti negato o reso inaccessibile.

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