Organici ATA 2019/20, Flc Cgil: in puglia meno 140 unità

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Comunicato Flc Cgil Puglia – La scuola pugliese è nel pieno di una profonda crisi dovuta a un vertiginoso calo demografico.

I dati resi noti dall’USR Puglia in occasione dell’incontro d’informazione degli organici di diritto del personale ATA per l’a.s. 2019/20 con le Organizzazioni Sindacali regionali, confermano un trend negativo per la nostra regione: in un quadro complessivo che vede un decremento di circa 70.000 alunni su tutto il territorio nazionale, la Puglia conta una diminuzione della popolazione scolastica pari a 11.881 studenti. Questo dato, che nella sua drammaticità dovrebbe spingere lo Stato a riflettere attentamente sulle future strategie d’investimento nelle politiche sociali, ha pesanti conseguenze sui numeri dell’organico di diritto per il prossimo anno scolastico.

Nella nostra regione si registra un taglio complessivo di 140 posti ATA così ripartiti: 12 posti di Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi, 35 posti di Assistente Amministrativo e 93 posti di Collaboratore Scolastico.

Il dato complessivo di 140 unità di personale ATA in meno va così a sommarsi alla soppressione di 98 posti (71 Collaboratori Scolastici e 27 Assistenti Amministrativi) dello scorso anno, per un taglio progressivo e costante che, dal 2011 ad oggi, raggiunge la spaventosa cifra di 1011 unità. Nella triste classifica delle regioni più colpite dai tagli sul personale ATA, siamo secondi soltanto alla Campania, a fronte di regioni che addirittura aumentano il proprio contingente

Lo stato di perenne affanno in cui sono costretti quotidianamente a lavorare i Tecnici, i Collaboratori Scolastici e le Segreterie, testimonia l’inadeguatezza delle dotazioni organiche attuali e da anni sosteniamo la necessità di rivedere i criteri decisi a livello nazionale con cui si determinano le dotazioni organiche.

L’ennesimo taglio agli organici del personale ATA rischia di compromettere gravemente la funzionalità delle scuole: la vigilanza degli alunni, l’assistenza ai disabili, la pulizia dei locali, i servizi rivolti all’utenza, le mille incombenze amministrative di cui sono gravate le scuole, non sono più garantite e si riducono le possibilità per i tanti precari, inseriti da anni nelle graduatorie, di poter entrare in ruolo.

Tutto ciò avviene sotto l’ombra minacciosa dell’autonomia differenziata che, qualora dovesse realizzarsi, andrebbe ad aggravare un quadro già di per sé preoccupante, acuendo le differenze tra le regioni più ricche del Nord e il resto del Paese, togliendo ulteriori risorse alla fiscalità generale e, di conseguenza, creando sperequazioni inaccettabili a livello di risorse umane, infrastrutturali ed economiche, in un sistema scolastico non più unitario, ma frantumato tra scuole di serie A e scuole di serie B, in totale spregio dei diritti costituzionali,

E’ assolutamente necessario prevedere in Puglia un aumento dei posti da destinare al personale ATA che, come recita il nuovo Contratto Collettivo Nazionale, è “parte della comunità educante”.

Questa è una Regione che negli anni ha, pur con alti e bassi, mostrato l’interesse a voler investire nell’istruzione, provando ad arginare la dispersione scolastica con il bando “Diritti a Scuola”, finanziando i servizi della prima infanzia con le Sezioni primavera, promuovendo CPIA, ITS e Poli tecnico professionali per rispondere alla crescente domanda di nuove e più elevate competenze. Si è ragionato sul fatto che investire nei settori della conoscenza è funzionale anche all’aumento del PIL dell’intera regione. La Regione ha fatto la sua parte, ma non può farcela da sola; necessita dell’affiancamento di uno Stato e di una politica nazionale che sceglie, come promesso, di invertire la tendenza del risparmio sulla Scuola, per ritornare ad investire davvero nei settori dell’istruzione.

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