Per ore fermi in classe «I danni alla schiena cominciano a scuola»

Di Lalla
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di Vincenzo Brancatisano – L’associazione fisioterapisti lancia un appello ai docenti «Alle elementari metà dei bambini già soffre di lombalgia»

di Vincenzo Brancatisano – L’associazione fisioterapisti lancia un appello ai docenti «Alle elementari metà dei bambini già soffre di lombalgia»

«I danni posturali alla colonna iniziati nella pubertà, se non corretti entro i primi 10 anni di vita, sono difficilmente trattabili. Per questo oggi il mal di schiena è diventato una vera piaga sociale».

L’allarme è lanciato dall’Aifi, l’associazione italiana dei fisioterapisti, in una ricerca patrocinata da Cittadinanza attiva, intitolata “La schiena va a scuola”. Secondo l’Aifi, che invita i docenti a non costringere i bambini a stare seduti a lungo, già alle elementari 5 bambini su 10 soffrono di lombalgia. Un dato allarmante, dal momento che i loro genitori, alla loro età, sofferenti dello stesso male, erano la metà. Dunque si parla tanto di sicurezza nelle scuole, si fa educazione sanitaria, sessuale e alimentare, si sporgono denunce contro le classi pollaio e il peso degli zainetti, illustri esperti invitano i dirigenti a dipingere le aule con vernici bio e con colori anti stress poi ci si dimentica di un aspetto fondamentale?

«Non si deve parlare di malattie da scuola – corregge il tito l’associazione – ma piuttosto di posture scorrette, che costringono la schiena a una innaturale incurvatura. Inoltre nei bambini il movimento è fondamentale e costringerli a stare fermi è poco salutare. Senza contare che l’immobilità, aggravata da una postura scorretta, fa perdere l’attenzione ed è quindi anche poco didattica. La posizione seduta, soprattutto se prolungata, è innaturale per la colonna vertebrale, che in realtà è progettata per la posizione eretta. Al contrario, seduti scorrettamente, la colonna viene piegata in avanti e si inverete la naturale curvatura della parte bassa della schiena. Per cercare sollivievo il bambino cambia frequentemente posizione. Anche se inconsapevolmente, con il movimento evita quindi i danni di una postura sbagliata e cerca di migliorare la respirazione. Quelle che sembrano irrequietezza e posizioni scomposte, nel bambino sono in realtà il tentativo di dare sollievo alla propria struttura corporea. E in lui sono più frequenti, rispetto all’adulto, solo perché ha ovviamente una minore resistenza. Sedersi male è un errore soprattutto nei bambini tra i 6 e i 12 anni: la schiena, proprio nel periodo in cui la colonna vertebrale assume la sua configurazione definitiva, s’ingobbisce in modo innaturale».

Nasce per questo un volumetto a testo e fumetti, messo a punto dagli esperti dell’Aifi, che si rivolge ai genitori e agli insegnanti delle scuole elementari che si può richiedere sul sito www.aifi.net .

L’ESPERTO GIUSEPPE CELESTI
«Non esageriamo con gli allarmi» «La postura si può correggere, i problemi dei ragazzi sono altri»

Ma c’è chi la pensa diversamente sui rischi da postura errata. Nella sua triplice veste di fisioterapista, counseuleur e sociologo, il dottor Giuseppe Celesti del Bios di Formigine invita a non creare allarmismi.

Dottor Celesti, che importanza assume la postura sui banchi nella salute e nel benessere del bambino?
«Siamo in un momento storico dove si tende ad amplificare tutto ed in peggio, i nostri bambini diventano inconsapevolmente strumenti “catartici”, liberandoci da tanti sensi di colpa. Detto questo, la postura sui banchi non è affatto cambiata dalla scolarizzazione di massa ad oggi. Semmai sono altre le abitudini che potrebbero e badi bene dico potrebbero alterare un corretto sviluppo muscolo-scheletrico dei nostri ragazzi: alimentazione e sedentarietà».

Gli eventuali danni sono dunque reversibili?
«La struttura dei giovani è assolutamente plastica, e in quanto tale se non affetta da disformismi di natura ereditaria o primaria ove occorre l’ntervento del medico fisiatra o dell’ortopedico pediatrico, con adeguate tecniche riabilitative come: ginnastiche posturali e/o correttive si reintegra la fisiologica morfologia».

Voi fisioterapisti avete una buona casistica di questi problemi?
«Sia noi fisioterapisti che i dottori in scienze motorie dal dopoguerra ad oggi abbiamo avuto la possibilità, in virtù della scolarizzazione di massa, di seguire tantissimi adolescenti durante l’anno scolastico».

Dunque i banchi e le sedie sono da assolvere?
«Ripeto, non esagererei per non creare eccessivi allarmismi. Sicuramente banchi e sedie negli ultimi anni sono sensibilmente migliorati, e non mi sembra il caso di spaccare il capello in quattro. Come detto non dobbiamo sottovalutare la capacità plastica, la duttilità dei giovani non solo dal punto di vista intellettuale ma anche da quello muscolo-scheletrico». Eppure i banchi e le sedie sono spesso uguali per tutti gli alunni e non vengono considerate le diverse stature degli alunni. «E in tutta verità non mi sembra opportuno cambiare corso, soprattutto perché il corpo umano è dotato di grande intelligenza, di capacità compensative formidabili, diversamente si genererebbe soltanto confusione e mi permetta anche “discriminazione”».

Ma in che modo un’eventuale postura sbagliata può incidere sull’attenzione in classe?
«In alcun modo. Sull’attenzione in classe, e qui lo dico in veste di sociologo, incide sicuramente la professionalità dell’insegnante».

Cosa si potrebbe e si dovrebbe migliorare?
«In medio stat virtus. Sicuramente l’afflato è e deve essere quello di migliorare la qualità di vita dei nostri giovani, migliorando le architetture scolastiche, costruendo ambienti a misura d’uomo, senza però focalizzare l’attenzione ad aspetti eccessivamente minimalistici, quindi inutili e costosi per la collettività. Spesso con la capacità di ascoltare i nostri giovani, di capirne le reali esigenze, riusciamo ugualmente a recuperare la loro postura fisica e mentale, fermo restando che ogni giorno in qualità di fisioterapisti e dottori in scienze motorie ci impegniamo a perfezionare ed affinare tecniche correttive sempre più efficaci».(v.b.)

Gazzetta di Modena 25, ottobre 2011

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