Opzione donna 2019: come funziona e cosa sapere sulla proroga

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Tra gli emendamenti sul fronte riforma pensioni spunta la conferma della proroga opzione donna 2019. Ecco come funziona l’opzione donna nel 2019: quali sono i requisiti e le novità rispetto all’anno in corso?

Vedremo inoltre la portata della proroga: quanto durerà e quante lavoratrici vi rientrano? Facciamo chiarezza a seguito degli ultimi sviluppi. Si tratta di un argomento che interessa da vicino il settore Scuola, in cui il personale è in alta percentuale femminile.

Opzione donna: come funziona la pensione anticipata a 57 anni di età

L’opzione donna 2018, così come adesso formulata, prevede la possibilità di smettere di lavorare a 57 anni di età (58 anni se autonome) a patto di poter contare su un montante contributivo minimo di 35 anni. Abbiamo dunque già sintetizzato i due requisiti opzione donna (che dovranno essere maturati entro la data del 31 dicembre 2015): quello anagrafico di 57 (o 58) anni e quello contributivo di 35 anni.

Calcolo pensione donna e penalizzazione

Il calcolo della pensione opzione donna avviene tramite sistema contributivo e questo la potrebbe rendere sfavorevole perché non fa riferimento alla media degli ultimi stipendi o redditi. In media si stima una penalizzazione pari al 25-30% sull’assegno pensione.

Non solo: l’opzione donna prevede l’applicazione delle finestre mobili rispettivamente di 12 mesi per le dipendenti del settore privato e di 18 per le lavoratrici autonome (questo dunque il tempo che dovrà intercorrere tra il raggiungimento dei requisiti e la liquidazione della pensione).

Contributi Opzione Donna: è ammesso il cumulo?

Proprio per quanto concerne il requisito contributivo, che come appena visto non subirà variazione per l’opzione donna 2019, sono ritenuti validi i contributi obbligatori, da riscatto o da ricongiunzione, volontari e figurativi; restano fuori solamente i contributi figurativi accreditati per malattia e disoccupazione (fatta eccezione per gli iscritti alle gestioni sostitutive ed esclusive, come per i dipendenti pubblici).

E’ bene sapere però che non si possono raggiungere i requisiti contributivi per l’opzione donna mediante cumulo o totalizzazione (è ammessa solo quella dei contributi esteri o la ricongiunzione onerosa dei contributi che permette di riunire in un’unica cassa tutta la contribuzione accreditata in gestioni previdenziali diverse).

Opzione Donna 2019, proroga e novità

Il Consiglio dei Ministri in una nota pubblicata a margine dell’approvazione della Legge di Bilancio 2019, ha confermato la proroga opzione donna oltre la scadenza del regime sperimentale. La decisione è stata presa per mettere alle donne di andare in pensione prima, considerando la difficoltà delle stesse al raggiungimento dei 38 anni di versamenti minimi richiesti dalla pensione anticipata quota 100.

Ad oggi quindi quel che appare certo è che ci sarà tempo per raggiungere i requisiti opzione donna fino al 31 dicembre 2018. Le richieste di alcuni gruppi nati per sostenere il diritto alla pensione delle donne vanno oltre e chiedono la proroga fino al 2021 almeno dell’opzione donna. Occorre però attendere il testo ufficiale della Legge di Bilancio per comprendere se questa sarà la linea che il governo intende seguire e con quale copertura eventualmente.

Opzione donna 2019: a quanti anni si potrà andare in pensione?

Come saranno aggiornati questi requisiti per il prossimo anno? Con la proroga dell’opzione donna al 2019, i requisiti di uscita salgono rispettivamente a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per le autonome per via dell’adeguamento alle aspettative di vita. Resta immutato invece il requisito contributivo di 35 anni per i versamenti.

Opzione donna insegnanti: la pensione anticipata nel comparto scuola

Per quanto riguarda il settore pubblico, il comparto scuola è uno di quelli in cui maggiormente si discute la convenienza dell’opzione donna posto che, statisticamente, quello dell’istruzione è un ambito in cui lavorano molte donne. Il consiglio alle insegnanti interessate all’opzione donna scuola è quello di farsi assistere dal patronato per confermare la sussistenza dei requisiti in primis e, in secondo luogo, per valutare il peso della penalizzazione sulla pensione anticipata calcolata con sistema contributivo.

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