Concorso scuola senza formazione insegnanti, allarme: indietro di 30 anni

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La legge di Bilancio, come riferito più volte, modificherà il sistema di reclutamento della scuola secondaria, così come delineato dalla legge n. 107/2015 e dal successivo D.lgs. n. 59/2017.

La principale novità riguarda il fatto che si potrà accedere al concorso con la sola laurea e 24 CFU e che non è più previsto alcun percorso di formazione prima di andare in cattedra.

Concorso a cattedra riformato: addio FIT, si a 24 CFU, 4 anni senza mobilità, titolo abilitante. Scarica testo

Critiche

Il nuovo sistema ha ricevuto critiche da più parti, ultima in ordine di tempo quella di Dario Ianes, per il quale il solo concorso non è sufficiente per diventare insegnanti.

Alla critica di Ianes, si aggiunge oggi  la lettera inviata al Ministro Bussetti, come riferisce Repubblica.it, da parte di alcune associazioni di insegnanti che chiedono al titolare del Miur di fermarsi.

Associazioni scrivono a Bussetti

Sono nove (Matematica e Fisica, Chimica e Scienze naturali, Area tecnologica, Geografia, Storia del’Arte, quindi Lingua e nuova didattica e Formatori di Matematica della Toscana) le associazioni disciplinari che, tramite i loro presidenti, hanno scritto al Ministro, al Premier e alla Commissione Bilancio, sostenendo che con il nuovo sistema si torna indietro di trent’anni:

Fermati, ministro: “Stiamo regredendo di trent’anni”. E ancora: “Si prospetta un notevole arretramento del sistema educativo del nostro Paese, già affetto da un tasso di dispersione scolastica tra i più alti d’Europa, nonché uno svilimento della professione di docente della scuola secondaria, messo in cattedra in qualità di generico esperto disciplinare e non, come necessario per la propria credibilità e quella dell’intero sistema, uno specifico professionista al pari degli altri: dei propri colleghi di scuola primaria e di coloro che esercitano professioni di alto livello di responsabilità come medici, ingegneri, avvocati”

Le associazioni ritengono che il nuovo sistema, privo di un percorso di formazione quale il FIT, sia stato pensato per superare le eventuali difficoltà nella sostituzione dei numerosi pensionati con quota 100 e aggiungono:

 “È impensabile che, dopo aver sancito nel 1990 la necessità di una specializzazione post-laurea per l’insegnamento secondario – si legge nell’appello – nella scuola di oggi, molto più complessa rispetto al passato, gli insegnanti della secondaria siano spinti a esercitare la loro fondamentale funzione educativa senza possedere gli strumenti necessari per sapere cosa e come insegnare nelle varie fasce di età”.

Le associazioni contestano anche quanto affermato da Bussetti, ossia che la formazione sarà svolta sul campo, cosa che è smentita quotidianamente sul campo, concludono.

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