Non ottengo trasferimento per cattedra bloccata, ma resta libera. Lettera

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Inviato da Giuseppe Giordano – Stamattina, poco dopo il risveglio, ho voluto testare per l’ennesima volta le mie capacità profetiche, o predittive se preferite, andando a verificare quanto affermato a luglio, appena usciti gli esiti della mobilità dei docenti della scuola superiore di secondo grado.

Ma comincio dall’inizio, così vi aiuto a capire.
L’anno scorso chiesi assegnazione provvisoria e mi fu concessa, 15 ore nella scuola X e 3 nella scuola Y (Sì, avevo chiesto io una cattedra eventualmente esterna). Nel corso dell’anno mi sono affezionato un po’ a tutto, agli alunni, ai colleghi, al personale, a quelle mura che neanche davano l’idea di stare al chiuso, di tanto in tanto, vuoi perché in qualche classe c’era uno spiffero, vuoi perché le allerte meteo avevano fatto breccia fino a dentro, vuoi perché l’aria che si respirava era leggera.

Arriva quindi il momento e non ho dubbi: chiedo trasferimento nella scuola X! Qualcuno che va via, la mia cattedra oraria esterna 15 + 3 che forse si libera (e diventerà 16 + 2)… insomma, i presupposti ci sono. E i posti pure, col senno di poi: 3 cattedre interne ed una esterna. Sapendo che il mio trasferimento è interprovinciale, quindi soggetto a restrizioni peggiori di quelle da verificare alla dogana nordcoreana, anche questa volta chiedo sia cattedra interna che esterna.

Passano i mesi, un po’ cominci a sperare, poi arriva la mail autogenerata dal sistema e vedi che tu nella scuola X non ci sei. Provi a fare domande qua e là, coi posti ancora vuoti, ma la risposta è sempre la stessa, come un ritornello: questione di percentuali. Intanto la cattedra esterna 16 + 2 (con altre interne) è ancora libera. Allora dico tra me e me che forse con le assegnazioni interprovinciali sarà più semplice, la dogana è meno selettiva, quindi faccio domanda di assegnazione, ancora una volta per cattedre sia interne che esterne, sempre pensando che quella cattedra, in un modo o in un altro, resterà vuota.

Passano i giorni ed escono i risultati delle assegnazioni provvisorie: niente da fare, “non trova” assegnazione. Questa volta so che non è questione di percentuali, ma la cattedra 16 + 2 è ancora libera: l’inghippo dov’è? Vado all’USP di riferimento e, dopo qualche ora di lotte, tentativi, telefonate e quant’altro (sorvolo sui particolari), vedendo con i miei occhi il personale addetto lavorare alacremente sotto e dietro e intorno montagne di carte, ecco la soluzione: la cattedra è “bloccata” dall’USR per eventuali immissioni in ruolo. Proprio così, eventuali.

Niente contro chi si immette in ruolo, ma perché non bloccare semplicemente un certo numero di cattedre invece che delle cattedre in particolare? Soprattutto, al 31 agosto, dopo aver già fatto le immissioni in ruolo sia da GAE che da GM, perché ancora scorrimenti e scorrimenti fino a data da destinarsi? Che cominci l’anno il primo settembre, quelli che poi entrano in ruolo ad ottobre o novembre o febbraio (per motivi che non sto qui ad indagare) accettano quello che trovano, così come s’è sempre fatto d’altro canto. Ora io posso anche capire che, con la scarsezza di mezzi informatici, nel 1960 c’era bisogno di una dogana nordcoreana per facilitare i lavori, ma nel 2018, perché?

Passiamo alla profezia. Appena usciti i risultati dei trasferimenti (metà luglio, più o meno) esternai immediatamente il mio pensiero: l’anno scolastico, per la scuola X, sarebbe cominciato con almeno un docente in meno e quella cattedra si sarebbe resa disponibile per gli incarichi annuali. La profezia s’è avverata, ieri, 7 settembre. Ora non chiedetemi anche quando sarà effettivamente occupata e da chi, spero solo che un bel po’ di alunni possano avere quanto prima, in aula, il loro docente. Che resterà per un anno e poi basta, con alta probabilità, mentre io avrei potuto dare una certa continuità, quella che i nostri dirigenti sbandierano come perno nel fare le assegnazioni delle classi ai docenti, ma forse al di sopra dei nostri dirigenti la continuità non è importante, ci sono le percentuali. E le leggi del re.
Forse, il sistema va rivisto.

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