“Non è mai troppo tardi” del Maestro Alberto Manzi torna in uno sceneggiato di Rai Uno

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GB – Il 24 e 25 febbraio andranno in onda su Raiuno le due puntate di "Non è mai troppo tardi", che racconta  l’omonimo programma rivoluzionario, "Non è mai troppo tardi" appunto, del maestro Alberto Manzi, che tra il 1960 e il 1968 insegnò a leggere e a scrivere a un milione e mezzo di adulti, dal racconto tv emerge che il maestro è stato anche uno straordinario innovatore.

GB – Il 24 e 25 febbraio andranno in onda su Raiuno le due puntate di "Non è mai troppo tardi", che racconta  l’omonimo programma rivoluzionario, "Non è mai troppo tardi" appunto, del maestro Alberto Manzi, che tra il 1960 e il 1968 insegnò a leggere e a scrivere a un milione e mezzo di adulti, dal racconto tv emerge che il maestro è stato anche uno straordinario innovatore.

"Fa quel che può. Quel che non può, non fa”, era il commento del maestro Alberto Manzi, che scriveva sulle pagelle dei suoi alunni delle elementari, all’inizio degli anni Sessanta.

Non metteva voti: “L’attenzione e la voglia di imparare di un bambino vanno conquistate, non imposte con la paura di un brutto voto” spiegava alla Commissione disciplinare del ministero della Pubblica Istruzione, dove venne convocato per quelle pagelle in bianco.Altro che valutazione e test a crocette dell’Invalsi e dell’OCSE PISA di oggi.

Non usava i libri di testo, non allineava i banchi. Faceva lezione all’aria aperta, osservando la natura, anche per questo fu ammonito da un ispettore arrivato all’improvviso a scuola.

Per Manzi l’insegnante era soprattutto un educatore che trasmette conoscenze.

Al provino di "Non è mai troppo tardi" stracciò il copione, e cominciò a disegnare con un carboncino su un pacco di fogli. Era un coraggioso, che per le sue idee rivoluzionarie per il tempo, fu convocato spesso dalla commissione disciplinare del MIUR.

Per la trasmissione, la Rai organizzò 2000 punti d’ascolto negli oratori, nelle Case della Cultura, nei bar, sotto sua richiesta, perchè  pochi avevano la tv in casa. Non fu neanche pagato, perché era già dipendente dello Stato: gli rimborsavano solo le camicie che sporcava con i carboncini.

Un maestro d’altri tempi, ma di sicuro un Maestro, quelli con la M maiuscola.

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