No alle prove Invalsi

Di Lalla
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18 associazioni e comitati per una buona scuola della Repubblica – Documento su valutazione e libertà di insegnamento del Coordinamento delle associazioni, Comitati e gruppi per una Buona Scuola della Repubblica.

18 associazioni e comitati per una buona scuola della Repubblica – Documento su valutazione e libertà di insegnamento del Coordinamento delle associazioni, Comitati e gruppi per una Buona Scuola della Repubblica.

Ogni operazione di valutazione per non essere mistificatoria, e quindi inerentemente mendace e regressiva, dovrebbe esplicitare quale sia il sistema di valori a cui fa riferimento e la classe di oggetti a cui viene applicata.
Nel caso della scuola è necessario scegliere tra un modello che concorra alla formazione dei cittadini, che sono quindi in grado, anche con il loro lavoro, di contribuire alla vita del paese, ed un altro che produca soltanto lavoratori acquiescenti.

A nostro avviso il processo di valutazione che è stato avviato negli ultimi anni rivela un’impostazione in contrasto con i valori costituzionali, che fondano la scuola italiana sulla libertà di insegnamento (art. 33, c. 1), il cui “esercizio è diretto a promuovere, attraverso un confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della personalità degli alunni.” (Art. 1 c. 2 D.Lvo 297/94).

La nostra scuola è un’Istituzione che deve dare attuazione all’art. 3 della Costituzione e al “compito della Repubblica di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Crediamo che la commistione fra processo di valutazione e applicazione del D. Lvo 150/09, con la previsione di incentivi e disincentivi di carattere monetario, proponga un approccio di tipo punitivo al tema della valutazione e riveli una visione puramente economicista della scuola.

La pretesa di utilizzare identici strumenti per valutare gli studenti, le scuole e gli insegnanti pone seri dubbi sulla serietà del progetto.

Un sistema di accountability, focalizzato sulla valutazione degli apprendimenti disciplinari, non è in grado di catturare né la ricchezza delle competenze costitutive del capitale umano dello studente (cognitive, tecniche e trasversali) né la varietà degli approcci didattici, organizzativi e gestionali attraverso i quali le scuole possono raggiungere elevati standard di apprendimento per i loro studenti.

È evidente che l’introduzione di procedure di valutazione tramite test prevalentemente a risposta chiusa provocherà uno spostamento della didattica verso l’addestramento al loro superamento con alcune pesanti conseguenze:

 si perderà la ricchezza di un insegnamento che tende a sviluppare nello studente le capacità di analisi, di sintesi, di risoluzione di problemi complessi;
 i programmi scolastici verranno decisi dall’impostazione e dal contenuto di detti test, al di fuori di ogni controllo politico e sociale. Finché l’Invalsi sarà alle dirette dipendenze del Ministro di turno, il governo avrà la possibilità di decidere gli indirizzi culturali della scuola;
 si piegherà la scuola a logiche competitive, snaturandone la finalità di luogo della democrazia, della cooperazione e dell’inclusione.
 non si valuterà in alcun modo il progresso sociale, relazionale, affettivo degli alunni, né le caratteristiche sociali del territorio in cui ciascuna scuola svolge la propria azione.

Noi riteniamo che un processo di valutazione delle scuole possa avere un senso solo se contestualmente agganciato ad un progetto politico di rilancio dell’istruzione statale in Italia.

Pensiamo che si debba operare una svolta radicale nell’approccio alla valutazione: le scuole tornino a riflettere su se stesse, sul proprio operato, a partire dal proprio progetto didattico, a porre attenzione allo svilupparsi del processo di apprendimento, all’osservazione degli esiti, in una prospettiva di miglioramento.

Un percorso di riflessione che veda coinvolti appieno tutti i protagonisti, a partire dai portatori del diritto costituzionale all’istruzione che sono le/i giovani cittadine/i. Un percorso che preveda la formazione, in termini di ricerca–azione, come nucleo centrale per una crescita collettiva e cooperativa, verso una cultura della valutazione che rinnovi continuamente se stessa e tenga vivi il senso e l’importanza del rapporto educativo.

Chiarito che le prove Invalsi, così come oggi intese, troveranno la nostra più netta opposizione in tutte le scuole.

Ci impegneremo affinché non vengano inserite nei P.O.F. e nel piano delle attività delle Istituzioni scolastiche che, per legge, devono deliberare al riguardo in piena autonomia e sollecitiamo i Collegi a non deliberare come attività aggiuntive da retribuire con il FIS le ore di tabulazione delle prove Invalsi eventualmente svolte dai colleghi, dando in tal modo inequivocabile indicazione alle RSU.
Inviteremo i genitori a non collaborare non mandando a scuola i/le propri/e figli/e.

Crediamo che fin da subito occorra:

1. eliminare ogni commistione fra il processo di valutazione e l’applicazione del D. Lvo 150/09;
2. eliminare le sovrapposizioni fra valutazione interna ed esterna degli studenti, a partire dalla immediata abolizione dei test Invalsi negli esami di Stato di primo e secondo grado;
3. prevedere prove nazionali da svolgersi solo su campione, non limitate a domande a risposta chiusa, gestite da personale esterno formato allo scopo.
4. ricondurre il processo di valutazione alla programmazione delle scuole, concependo le prove di valutazione esterna come strumenti per il miglioramento dell’azione didattica attraverso un processo di autovalutazione, in una logica di rete;
5. prevedere che le competenze di cittadinanza e di equità prodotte divengano oggetto della valutazione interna ed esterna delle scuole;
6. sottoporre tutti gli organismi addetti alla valutazione alla nomina e al controllo del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, organo elettivo che rappresenta il sistema scolastico nazionale.

Documento dall’assemblea nazionale delle associazioni, comitati, gruppi per una buona Scuola della Repubblica del 4 dicembre 2011 Bologna.

Ass. ne naz. le Per la Scuola della Repubblica
Ass.ne ScuolaFutura Carpi
CESP Padova
CISP Roma
Comitato bolognese Scuola e Costituzione
Comitato Genitori ed Insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova
COOGEN Torino
Coordinamento Scuole II Municipio Roma
Coordinamento scuole secondarie Roma
Coordinamento Provinciale Pistoiese per la Difesa della Scuola Pubblica Statale Coordinamento Istruzione Bene Comune di Parma. Coordinamento Buona Scuola Carpi
Coordinamento Provinciale dei Presidenti di Consiglio d’Istituto , di Circolo e Comitati Genitori di Modena
Crides Roma
GdL Assemblea delle scuole di Bologna e provincia
La scuola siamo noi Parma
La Politeia Modena
Scuola della Repubblica Firenze

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