Nastrini Rossi al Presidente Emiliano: riprendere lotta contro la Buona Scuola

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inviato da Nastrini Rossi – Le sorti di uno Stato sono affidate a chi ci governa in coerenza con la Carta Costituzionale che proprio lo scorso 1 gennaio ha compiuto 70 anni. Un documento che è un bellissimo faro di democrazia partecipata a tutela e rispetto della persona, del credo, della provenienza, della pluralità, del diritto al lavoro ed alla famiglia. Ecco, pilastri costituzionali che purtroppo nella società di oggi spesso mal si coniugano con la visione dei nostri politici che sembrano guardare non più verso quella luce accesa dai padri costituenti.

Un esempio per tutti la riforma “Buona scuola”, la legge 107/2015, che avrebbe dovuto  rivoluzionare in positivo la scuola italiana azzerando il precariato storico e portando questa grande istituzione baluardo di giustizia e crescita sociale all’eccellenza. Ma nei fatti così non è stato. Le assunzioni ci sono state ma a condizioni pesantissime, come la questione dei docenti meridionali costretti, pena il licenziamento, ad accettare un ruolo a migliaia di chilometri al Nord Italia nonostante le cattedre scoperte in Puglia e in tutte le regioni del Mezzogiorno siano in continuo aumento. Uno “scippo” al Sud che riapre quella ferita aperta mai rimarginata della “questione meridionale” mai superata che questa volta coinvolge soprattutto le donne di 50 anni, professioniste, con un notevole bagaglio culturale e molta esperienza nelle scuole del Sud. Un danno, quello creato dalla riforma renziana, che continua a svuotare di redditi, dignità, cultura e persone le regioni del Sud. E allora perché, caro presidente Michele Emiliano, non riprendere proprio adesso in occasione delle nuove elezioni governative una questione che è una spina nel fianco anche per Lei ed i pugliesi?

Il 21 luglio del 2016 nel suo Consiglio regionale si è accesa quella luce di speranza per le oltre 3 mila famiglie di Puglia e per i 30 mila docenti del Sud con l’approvazione da tutte le compagini politiche che costituiscono il Governo regionale della mozione promossa dall’allora presidente della VI Commissione permanente Alfonso Pisicchio, il primo, insieme a Lei ed all’assessore all’istruzione Sebastiano Leo che ha compreso che la riforma sarebbe stata un danno alle spalle di quella fetta di Italia che ormai da troppo tempo dà senza ricevere nulla in cambio.

Siamo certi che lei convenga nuovamente con noi… è giunto il momento di non più delegare, ma di prendersi la responsabilità di cambiare le cose.

E quale momento più propizio della prossima consultazione elettorale? L’interesse di chi ci governerà dovrà essere prioritariamente quello di ripristinare quei diritti che con la precedente legislatura sono stati violati  ricucendo quello strappo odioso tra politica e persone. Noi nastrini rossi, continuiamo a credere che attraverso le sinergie tra le idee delle persone si possa cominciare un nuovo percorso di equità di diritti e garanzie di rispetto delle genti del Sud.

A sua diposizione pertanto mettiamo la nostra volontà di voler ricucire con le idee e le azioni quel dialogo interrotto dalla Buona scuola tra persone e politica.

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