Monti si ispira ai giovani? Allora ascolti le nostre proposte

Di Lalla
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Ufficio stampa Rete della Conoscenza – Il Presidente Monti ha dichiarato di ispirarsi ai giovani nella propria azione di governo. Poiché crediamo che l’ispirazione non possa venire per osmosi, ma mediante ascolto e attenta lettura delle proposte degli studenti e dei giovani, suggeriamo al Presidente del Consiglio un’attenta lettura delle proposte che migliaia di giovani hanno elaborato in questi anni nelle mobilitazioni studentesche.

Ufficio stampa Rete della Conoscenza – Il Presidente Monti ha dichiarato di ispirarsi ai giovani nella propria azione di governo. Poiché crediamo che l’ispirazione non possa venire per osmosi, ma mediante ascolto e attenta lettura delle proposte degli studenti e dei giovani, suggeriamo al Presidente del Consiglio un’attenta lettura delle proposte che migliaia di giovani hanno elaborato in questi anni nelle mobilitazioni studentesche.

Si ispiri all’AltraRiforma della scuola e dell’università (www.altrariforma.it), e al documento elaborato da centinaia di studentesse e studenti provenienti da tutt’Italia che a fine dicembre si sono riuniti in una assemblea nazionale a Roma

"Se Monti vuole ispirarsi ai giovani – dichiara Claudio Riccio, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza, abbandoni una vuota retorica paternalista e prenda subito misure concrete. Non pensi però sia possibile
metterci contro i nostri genitori e i nostri nonni, noi rifiuteremo sempre qualunque scontro generazionale, qualsiasi guerra tra poveri. Se il governo continuerà sulla strada della macelleria sociale e della finta equità il
2012 sarà l’anno di un grande movimento di giovani e studenti che metterà seriamente in difficoltà il governo e le sue politiche di austerity.

Chiediamo subito:

– il reintegro dei fondi tagli dalla legge finanziaria 133/08 e il raggiungimento della media europea del 5,6% del Pil investito nell’istruzione.

– una legge quadro nazionale sul diritto allo studio e il suo immediato finanziamento.

– un fondo straordinario sull’edilizia scolastica che metta in sicurezza e costruisca nuove scuole nel giro del prossimo quinquiennio tutte le scuole italiane.

– l’abrogazione della legge 69/09, con l’eliminazione del voto di condotta, del limite delle 50 assenze e degli esami di riparazione.

– l’abrogazione della legge Gelmini (240/2010) che ha aperto la strada ai privati nei consigli di amministrazione e all’aumento del potere dei Baroni nelle nostre università, nonché il blocco dell’approvazione di tutti
i decreti attuativi della riforma Gelmini ancora da approvare e che venga aperta una discussione pubblica che coinvolga tutte le componenti dell’università

– la copertura totale di tutte le borse di studio e un adeguato finanziamento statale del fondo per il diritto allo studio, vogliamo che sparisca la figura dell’idoneo non beneficiario, in modo da poter porre fine ad una delle vergogne italiane, che non hanno esempi o paragoni in Europa, di studenti che avrebbero i requisiti per aver accesso ad una borsa di studio ma non la ricevono per mancanza di fondi.

– la cancellazione del Fondo per il merito e il blocco di qualsiasi tipo di meccanismo di prestito d’onore in Italia, non vogliamo che nessuno studente sia costretto ad indebitarsi per pagarsi gli studi, non vogliamo che si lucri sulla conoscenza.

– un diverso sistema di contribuzione studentesca: equo e progressivo, non vogliamo che gli atenei coprano i tagli del Governo prelevando i soldi mancanti dalle tasche degli studenti. Lotteremo sempre contro gli ingiusti
aumenti delle tasse studentesche, che abbiamo visto più volte verificarsi negli ultimi anni.

– Politiche di investimento per la costruzione di nuove Case dello Studente e la riconversione di immobili dismessi dei Comuni per mettere in campo politiche di social housing per i soggetti in formazione (interventi simili aumenterebbero il fondo regionale per il dsu, secondo il DPCM 2001);

Rifiutiamo lo scambio, proposto dal ministro Fornero, tra qualche garanzia fasulla per i giovani precari in cambio di tutti i diritti dei nostri padri. Per questo se il governo vuole strumentalizzarci per smantellare i diritti dei lavoratori e imporre il contratto unico precario rispondiamo, con lo slogan che urlammo anni fa contro la guerra in Iraq: NOT IN MY NAME, non in nostro nome." Per questo chiediamo:

– difesa del contratto nazionale come strumento fondamentale per la tutela dei diritti dei lavoratori e la costruzione di legami reali di solidarietà, da salvaguardare e rilanciare sul piano europeo e internazionale;

– l’eliminazione delle tipologie contrattuali atipiche che travestono da lavoro autonomo quello che è lavoro subordinato a tutti gli effetti, legalizzano il caporalato, privano di diritti centinaia di migliaia di lavoratori;

– il riconoscimento a tutti i lavoratori e le lavoratrici, a tempo indeterminato o determinato, degli stessi diritti, delle stesse tutele e degli stessi ammortizzatori sociali;

– l’istituzione di un reddito minimo (fissato al 60% del salario medio nazionale, come stabilito dal Parlamento europeo) come forma di welfare universale, che assicuri la continuità di reddito ai precari e liberi almeno in parte dal ricatto del posto di lavoro;

– istituzione di un reddito per i soggetti in formazione, una misura integrata di servizi e contribuzione economica per garantire libertà eautonomia sociale a chi è inserito nei percorsi formativi. Sia il reddito minimo che di formazione potrebbero essere finanziati dal “fondo per il futuro”, finanziabile tramite il taglio delle spese militari, la tassazione delle rendite finanziarie e delle transazioni internazionali, la sottrazione dei fondi a scuole e università private, la lotta all’evasione fiscale, l’emersione dell’economia sommersa e una nuova imposta di scopo fortemente progressiva

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