Mobilità, per trasferimento da sostegno a posto comune vale anche il preruolo

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Ancora un’altra ordinanza positiva per i docenti che hanno prodotto domanda di trasferimento, rigettata dal Miur per non aver raggiunto i 5 anni di servizio su sostegno in ruolo, ma accolta dal giudice.

La vicenda – riferiscono gli Avv. Graziangela Berloco e Gianluigi Giannuzzi Cardone riguarda gli insegnanti di sostegno che, stando alla normativa attuale, non potrebbero abbandonare il posto sul sostegno a beneficio di quello su posto comune  non prima di 5 anni. Ma non è  così, e infatti sulla scia delle numerose vittorie ottenute in occasione della mobilità 2017/18, anche quest’anno i docenti che hanno voluto partecipare alla domanda di mobilità 2018/19  per il trasferimento su posto comune, possono farlo senza irragionevoli e illegittime discriminazioni.

Difatti, ai fini dell’ammissibilità della domanda e ai fini del superamento del vincolo quinquennale devono essere valutati anche gli anni di sostegno svolti nel pre ruolo, diversamente ci troveremmo di fronte ad una ingiustificata disparità di trattamento tra il lavoro prestato in virtù del contratto a tempo indeterminato e quello a tempo determinato, in palese violazione  della clausola 4 , punto 1, dell’Accordo Quadro allegato alla direttiva Europea n. 70/99.

E’ quanto dispone il Tribunale di Taranto con un orientamento ormai conforme e consolidato ed in linea con la normativa comunitaria, secondo cui è palesemente illegittima la norma che prevede la possibilità di chiedere il trasferimento al ruolo solo dopo 5 anni di appartenenza al ruolo dei docenti di sostegno. Il Tribunale, accogliendo in toto le nostre argomentazioni, ha pertanto ordinato in via cautelare al Miur di permettere ai ricorrenti di  partecipare alle procedure di mobilità in corso per il trasferimento su posto comune.  In particolare, con le ordinanze definitive (quindi non reclamate) del 14.5.18 e del 16.5.18 i giudici hanno smontato la raffazzonata  tesi difensiva avversa ed ha ordinato al Miur di porre in essere tutti gli atti necessari prima che chiudano le procedure di mobilità 2018/19.

Sono ancora pendenti presso il Tribunale di Taranto altri ricorsi cautelari e per i quali si aspetta l’esito, fermo restando in nostro auspicio per una vera riforma del diritto scolastico.

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