Mobilità e immissioni in ruolo: i posti al sud sono sempre pochi e contesi tra precari e docenti di ruolo

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Da una parte i Nastrini Rossi, ossia i docenti assunti con la legge 107/2015 in province lontane dalla propria residenza, che chiedono un piano straordinario di mobilità per il rientro nelle province del sud, dall’altro i docenti ancora nelle Graduatorie ad esaurimento che al piano straordinario di assunzioni nel 2015 non aderirono.

L’accordo Miur sindacati ha stabilito che per l’a.s. 2017/18 i posti vacanti saranno gestiti con queste aliquote: 30% ai trasferimenti interprovinciali, 60% alle immissioni in ruolo, 10% ai passaggi di cattedra e/o di ruolo.

Percentuali che non soddisfano i docenti di ruolo che temono di non riuscire a raggiungere l’obiettivo.

E se il numero dei posti destinati alle immissioni in ruolo è già stato stabilito, saranno 52.000, bisognerà adesso attendere la ripartizione per classi di concorso e province, fermo restando che si dovrà attuare il recupero dei posti assegnati in più proprio alle GaE lo scorso anno perchè alcune graduatorie del concorso 2016 non erano ancora pronte.

I Nastrini Rossi, che riunisce docenti di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia, chiedono di ottenere un piano di rientro definitivo entro l’a. s. 2018/2019 dei docenti assunti in fase B e C da GAE nell’a. s. 2015/2016.

L’Associazione Nazionale Docenti GaE non convidive le richieste dei Nastrini Rossi, anzi ne contesta il comunicato Mobilità 2017/18, Nastrini Liberi Uniti: pochi i posti per ritornare in provincia. Serve piano straordinario di rientro

in quanto ciò che viene richiesto andrebbe a spese dei docenti che ancora oggi sono precari.

“Ciò che mi domando, e che vi domando, è se sia possibile che per rivendicare un diritto, una legittima aspettativa, si possa chiedere senza pensare che ciò che si vuole ottenere verrà tolto ad altri che, come in questo caso, hanno più diritto e più legittimità di occupare quel posto. Mi chiedo come si possa, da educatori, pensare di potere poi parlare agli alunni di giustizia, della lotta ai favoritismi, dei valori di lealtà e uguaglianza, quando lo si farà occupando un posto che sarebbe dovuto essere occupato da un precario, rimasto tale.

Cari nastrini rossi, può darsi che riuscirete nel vostro intento. Avete la forza dei numeri, così come li abbiamo noi, i sindacati che vi appoggiano e che continuano a dimenticare che i precari sono anch’essi lavoratori da tutelare. Può darsi che riuscirete anche a convincere tanti che in fondo il motto “mors tua, vita mea” sta nella storia dell’italica nazione da sempre, e che alla domanda “tu cosa avresti fatto nelle nostre condizioni” l’unica risposta accettabile è ciò che vi porterà a pensare “in fondo sto togliendo qualcosa a chi avrebbe fatto la stessa cosa nei miei confronti” . Può darsi che siate veramente convinti che chi è stato assunto con venti punti nelle GaE abbia adesso più diritti di chi ne aveva 100-150-200 e che ha avuto il coraggio di scegliere di restare.”

Il problema è sempre quello, il numero dei posti. Il braccio di ferro tra Miur e MEF si è concluso con la trasformazione di 15.100 posti in organico da fatto a diritto. Ma gli spezzoni presenti in organico di fatto sono 30.000, per cui la vittoria è ancora lontana.

Sulla questione interviene il sindacato Anief Aumento organici: saranno convertiti soltanto alcuni spezzoni orario. Continuerà la supplentite. Anief ricorre alla Cedu

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