Mobilità, Comitato nonsisvuotailsud: necessario piano rientro per Scuola meridionale

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Comunicato Comitato nonsisvuotailsud – Sono 23000 i docenti meridionali fuori sede che hanno ricevuto un triste ed offensivo monito da parte del Ministrodell’IstruzioneMarco Bussetti.

Nella storia della Scuola Pubblica Italiana, solo da tre Legislature la figura del docente viene costantemente denigrata e massacrata attraverso richiami verbali ineccepibili ed ingiuriosi. Si ricorda che la Gelmini, dopo avere distrutto la Scuola Pubblica con i pesantissimi tagli della manovra Tremonti, per rendere più credibili le sue motivazioni, dichiarò che il precariato era “una piaga sociale” e, anziché eliminarlo assumendo i docenti storici delle GAE, tagliò uno spaventoso numero di cattedre. Correva l’anno 2009/2010, quando gli insegnanti, che per anni avevano garantito alla scuola efficienza e continuità, furono “licenziati” in massa. Nessun sindacato ne perorò la causa, anzi accondiscesero alle decisioni del Governo e delle Parti Sociali e si inventarono un gratuito ed inutile Decreto Salva Precari (D.L 134/09).

Gli stessi insegnanti, successivamente transitati al ruolo con la Buona Scuola, hanno ricevuto il trattamento più lesivo mai avvenuto prima d’ora. Con l’entrata in vigore della legge 107/2015, infatti, non solo i docenti sono stati sbaragliati fuori sede e allontanati forzatamente dal proprio contesto socio – lavorativo, ma con proclami peggiorativi si è scatenata un’autentica “caccia all’insegnante”: tre mesi di vacanza, lavoro leggero e posto comodo per gli sfaticati; commenti provenienti soprattutto da voci autorevoli, appartenenti al mondo della politica e a quello sindacale, che hanno influenzato l’opinione pubblica, avvelenandola, ubriacandola pericolosamente e spingendola a reagire lesivamente, fino a giungere, in casi estremi, ad episodi di aggressione da parte di genitori contro maestri e professori sul posto di lavoro.

E’ chiaro che il Ministro, nocchiere del MIUR, si è rivolto al modo della scuola del Sud, indicando i docenti terroni come persone mal disposte al sacrificio e fortemente aggrappate al posto pubblico.

“In quanto insegnanti di un territorio decisamente aggravato da tasse e deprivato di risorse umane, chiediamo un immediato rientro dei docenti fuori sede. Le inaccettabili critiche di stampo leghista, vanno ritirate e seguite da scuse completate da un piano di rientro, che permetta ai docenti e al Sud una rinascita socio-culturale ed economica”.

Il Meridione ha subito una lunga ignavia politica e un silenzioso saccheggio; i cittadini del sud hanno accettato malvolentieri tagli ai servizi e all’istruzione. Oggi, a testa alta, chiediamo investimenti adeguati e aumento di “Istruzione”, attraverso azioni che possano equiparare le scuole del Sud a quelle del Nord, soprattutto in quei luoghi dove la disperazione si confonde con l’indifferenza e bambini e ragazzi ne pagano il prezzo più alto, mancando all’obbligo scolastico.

Ci vogliono investimenti sul tempo pieno per la scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado; potenziamento in ogni ordine e grado e diminuzione degli alunni per classe. Tali azioni, attraverso l’aumento delle quote destinate alla mobilità, permetterebbero ai docenti esiliati ed immobilizzati di fare ritorno nelle proprie regioni. Ai proclami del Ministro Bussetti, che incita “Impegno, lavoro e sacrificio” alla Scuola Meridionale, rispondiamo che i docenti del Sud sono necessari al loro territorio e che è suo dovere riportarli a casa, per permettere al Sud di equiparare Meridione e Settentrione con efficaci e puntuali investimenti.

Ai politici del Sud Italia si chiede una presa di posizione forte e una presenza corrispondente alla loro funzione pubblica; si chiede di prendere le distanze dalle dichiarazioni del Ministro Bussetti, che denigrano l’intero impianto scolastico del Meridione e del Sud e di partecipare, assieme ai docenti fuori sede, alla ricostruzione della Scuola del Meridione.

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