Mobilità 2017: entro dicembre il contratto. UIL: limitare le titolarità su ambito territoriale

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L’ 8 novembre, tra il Miur e i sindacati, ha preso avvio il confronto sulla mobilità del personale, per l’anno scolastico 2017/18, così come definito in sede politica con il ministro Giannini.

I rappresentanti del Miur – apprendiamo dal sindacato UIL – non hanno presentato proposte specifiche limitandosi a generiche dichiarazioni di principio circa il superamento delle criticità e a raccogliere le proposte e le posizioni di parte sindacale.

La UIL ha espresso la volontà, peraltro condivisa, di trovare possibili soluzioni che riportino, dopo le criticità registrate e tutt’ora in corso, nuova stabilità al sistema.

La UIL scuola, in premessa, ha ricordato che l’attuale trattativa non può non tener conto delle conseguenze e degli errori che si sono registrati nella precedente fase di mobilità, a seguito dell’algoritmo sbagliato, che ha determinato una situazione di diffusa illegittimità.

Illegittimità ed ingiustizie a cui il MIUR non è stato capace di porre rimedio. Addirittura, le procedure di conciliazione del Miur non hanno fatto altro che consolidare le ingiustizie e crearne di nuove, sottraendo posti ad altri legittimi aspiranti.
Per questi motivi la UIL ha chiesto, più volte e in ogni sede, il rifacimento di tutta la procedura per restituire le posizioni giuridiche spettanti agli aventi diritto.

Gli obiettivi della UIL in questo negoziato sono chiari: per riportare ordine e stabilità ad un sistema impazzito, la mobilità deve riguardare tutto il personale docente e Ata attraverso un sistema di regole chiaro e trasparente, con l’obiettivo di limitare al massimo le titolarità su ambito.

A tale proposito, per la UIL la definizione di procedure oggettive per il passaggio dei docenti da ambito a scuola deve essere oggetto di negoziazione e deve trovare definizione nell’ambito del contratto della mobilità.

Le due questioni devono essere trattate congiuntamente, all’interno dell’accordo stesso, proprio per dare seguito all’esigenza condivisa di (ri)dare stabilità al sistema.

Domani, sulla base delle risposte che l’amministrazione si è riservata di dare, i sindacati saranno in grado di stabilire se il negoziato potrà proseguire positivamente o si andrà verso una fase di contenzioso più accentuato.

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