Mobilità sarà decisa dai dirigenti? A breve, possibile piano straordinario di trasferimenti

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Abbiamo già affrontato l'argomento mobilità, secondo quanto si può desumere dal testo del DDL di riforma della scuola.

Abbiamo già affrontato l'argomento mobilità, secondo quanto si può desumere dal testo del DDL di riforma della scuola.

Secondo quanto indicato nel testo del DDL approvato dal Consiglio dei Ministri il 12 marzo, scompare la nozione di "titolarità fissa" come l'abbiamo sempre intesa fino ad oggi, per essere sostituita da "incarichi triennali". 

N.B. Questo non vorrà dire dover girovagare ogni tre anni di scuola in scuola, non è questo il senso. 

L'obiettivo piuttosto è quello che ogni scuola possa utilizzare le risorse, le competenze, le professionalità che meglio si addicono alla realizzazione della propria offerta formativa (La Sen. Puglisi ci ha spiegato che può essere il docente stesso a richiedere di spostarsi in altra scuola per apportare il proprio contributo)

L'ingresso negli albi regionali riguarda in prima battuta i neoassunti, quindi i docenti già in ruolo solo se chiederanno la mobilità (misura che naturalmente non riguarda le domande di trasferimento/passaggio di ruolo/cattedra inviate entro il 22 marzo per l'a.s. 2015/16, che rimangono disciplinate dalle norme indicate nel CCNI sosttoscritto da Miur e sindacati il 23 febbraio 2015). 

Gli incarichi saranno triennali, quindi il docente potrà essere riconfermato o meno. Nel secondo caso scatterà la mobilità e la ricerca di un'altra scuola che vorrà avvalersi dei suoi servigi.

Un meccanismo che stravolge l'attuale assetto della mobilità, fatto di graduatorie, punteggi e precedenze.

Se l'assetto delineato dall'art. 7 del testo del DDL adesso al vaglio del Parlamento dovesse essere confermato in tale versione, ci sarà da pensare anche a modalità di salvaguardia di alcune tutele di legge (legge 104/92 per citarne una). 

C'è anche  un problema da risolvere, che riguarda quei docenti che vorrebbero tornare nella propria provincia, ma sono bloccati dallo stop prima quinquennale poi triennale dei trasferimenti.

Notizie sempre più insistenti vorrebbero che prima dell'avvio della riforma venga avviato un piano aggiuntivo e straordinario di mobilità che consenta ai docenti di collocarsi nella propria provincia, senza però confluire negli albi regionali. La loro richiesta – raccolta da Orizzonte Scuola tramite il Gruppo Docenti Immobilizzati  – è quella di trasferimento su tutti i posti vacanti e disponili, anche dell'organico funzionale, se necessario. 

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