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MIUR e Max Bruschi difendono operato commissione per programmi superiori

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red – A seguito delle polemiche suscitate dalla scomparsa degli autori meridionali dalle indicazioni ministeriali per i licei elaborate da una commissione ad hoc istituita sotto il Ministro Gelmini, il Ministro Profumo e Max Bruschi (ex. consigliere della Gelmini e coordinatore della commissione) chiariscono con due distinti comunicati.

red – A seguito delle polemiche suscitate dalla scomparsa degli autori meridionali dalle indicazioni ministeriali per i licei elaborate da una commissione ad hoc istituita sotto il Ministro Gelmini, il Ministro Profumo e Max Bruschi (ex. consigliere della Gelmini e coordinatore della commissione) chiariscono con due distinti comunicati.

Pubblichiamo il comunicato del Ministero e a seguito quello di Max Bruschi

Miur, scuola: Nessun autore del ‘900 escluso dalle Indicazioni nazionali dei licei

La notizia comparsa in questi giorni, per cui dalle Indicazioni nazionali dei licei sarebbero scomparsi gli autori meridionali del ‘900, non deve allarmare perché infondata.

Le Indicazioni nazionali degli obiettivi specifici di apprendimento per i licei rappresentano infatti un’intelaiatura sulla quale, autonomamente, ciascuna istituzione scolastica decide di disegnare il proprio Piano dell’offerta formativa. Sono dunque “indicazioni”, come dice la parola stessa, che non dettano alcun modello didattico-pedagogico prestabilito, né tanto meno vogliono prediligere un autore ad un altro tra i tanti che arricchiscono la nostra letteratura, come quelli, in questo caso, del secondo Novecento. Al momento della loro formulazione si è scelto dunque di non redigere una lista, che non sarebbe potuta essere in ogni caso esaustiva, ma di fornire degli esempi dando spazio proprio al secondo Novecento, a cui spesso il Ministero è stato accusato di non dare il dovuto rilievo.

Tali Indicazioni favoriscono, dunque, la sperimentazione e lo scambio di esperienze metodologiche, come si legge anche nello schema di Regolamento, e valorizzano il ruolo dei docenti e delle autonomie scolastiche nella loro libera progettazione. Puntano però all’essenziale, per permettere a ciascun insegnante di costruire un percorso di studi nella piena libertà del proprio ruolo.

Questa impostazione delle Indicazioni, comune a tutte le discipline, per quanto riguarda la lingua e la letteratura italiana, ha avuto per altro l’avallo di Francesco Sabatini e Nicoletta Maraschio, Presidente onorario e vicepresidente dell’Accademia della Crusca e del prof. Luca Serianni, oltre che delle decine dei docenti liceali e universitari consultati attraverso focus group e il web durante il lavoro di elaborazione.


Max Bruschi. Indicazioni nazionali. A tutela della verità.

Ho coordinato sia la Cabina di Regia sia la Commissione che aveva l’incarico di redigere le nuove indicazioni nazionali per i licei. Ho condiviso tutte le scelte, a volte non facili, compiute dal gruppo di lavoro e dalle decine e decine di insegnati che hanno portato il loro contributo, le loro critiche, le loro proposte. Persone che ringrazio, per la passione e per l’impegno, per la professionalità, per l’amore con cui hanno lavorato, e che non meritano di essere in malo modo svillaneggiate o sbeffeggiate da chi cerca facile pubblicità all’insegna del piagnonismo pseudomeridionalista su cui ha costruito la propria carriera.

Le indicazioni hanno risposto a una sollecitazione ben precisa che ci arrivava dal mondo della scuola: e cioè di evitare, tassativamente, l’enciclopedismo dei vecchi programmi ministeriali. Un enciclopedismo che si traduceva, per tutti, nell’ansia di concludere, superficialmente, qualcosa di sostanzialmente infattibile, oppure in tagli tanto drastici quanto arbitrari.

Ci è stato chiesto di dare indicazioni sobrie, che puntassero all’essenziale, lasciando esplicitamente agli insegnanti, alla loro libertà, alla scelta autonoma delle scuole, agli interessi degli studenti, al rapporto tra le varie discipline, alla diversità, anche, dei singoli percorsi, la possibilità di arricchire le indicazioni e la scelta tra le varie modalità didattiche per raggiunmgere gli obiettivi.

Si tratta di una piccola rivoluzione copernicana, che realizza, finalmente, l’autonomia scolastica sancita nel 1999. Non più una lista sterminata di “cose da fare”, magari definite da burocrati o da esperti lontani, nei fatti, dal lavoro quotidiano nelle aulee scolastiche. Ma indicazioni che nascessero dalla scuola e per la scuola e che soprattutto potessero costituire un telaio attraverso cui innestare, sulla trama delle indicazioni, l’ordito della capacità di ogni docente.
Questo principio è stato seguito in tutto il provvedimento, con grande rigore, e in particolare nelle indicazioni di letteratura italiana, dove invece più alto era il rischio di definire un “canone ministeriale”, uno sterminato repertorio dei nomi con il conseguente gioco delle assenze e delle presenze che si sarebbe immediatamente scatenato.

La strada scelta è stata di elencare un numero ristretto di autori, in modo da cogliere tre obiettivi. Il primo, garantire, come si è detto, la possibilità degli insegnanti di arricchire il percorso e di scegliere, salvo poche eccezioni, i testi da analizzare a seconda del livello della classe, della tipologia di istituto. Le indicazioni di lingua e letteratura italiana sono apposta uguali per tutti i percorsi: spetta ai docenti compiere scelte adeguate, sapendo che il nostro patrimonio di testi e autori offre sterminati agganci alle altre discipline e che sarebbe assurdo, al di là di un nucleo ristretto di irrinunciabili, fare fare gli stessi testi a uno studente di liceo classico, di liceo artistico, di liceo linguistico…

Il secondo, insistere sulla qualità del lavoro sui testi letterari. Meglio concentrare la propria attenzione su un numero anche limitato di autori e opere fatti bene, approfonditi, piuttosto che presentare un numero sterminato di autori, di cui magari non si legge neppure un rigo, o limitarsi a far studiare in maniera superficiale e mnemonica le note presenti sulle antologie. Si tratta, insomma, di far acquisire una competenza specifica e un gusto per la lettura che oggi, nella maggioranza purtroppo dei casi, la scuola non riesce a dare e che trasforma il popolo italiano, il giorno dopo aver abbandonato gli studi, in un popolo di non lettori, come testimoniano tutte le rilevazioni.

Il terzo obiettivo, salutato con grande favore, anche dal Corriere della Sera, era dare finalmente spazio al secondo Novecento, perché la letteratura NON si ferma, come purtroppo capita, alla triade Ungaretti, Saba, Montale, magari “fatti” (non “studiati”, in troppi casi, ma appunto fatti, spesso frettolosamente) nell’ultimo mese, giusto perché “alla maturità li chiedono”. Ma soprattutto il secondo Novecento, come abbiamo verificato, non ha un “canone” consolidato. La straordinaria fioritura del mercato editoriale, la pluralità di autori, scuole, correnti non ha ancora subito, da parte innanzitutto del mondo accademico, un processo di stabilizzazione e di “canonizzazione”. Lo dimostrano anche gli esempi fatti, autorevolmente, in questi giorni: a sommarli, verrebbero fuori almeno una cinquantina di nomi, incompatibili, come ben sanno gli insegnanti, con qualsiasi programmazione che voglia davvero lasciare una traccia sugli studenti e non assolvere a un compito di ufficio, tre righe di biografia, un branetto mal letto, e avanti il prossimo. Ci siamo limitati, pertanto, a degli esempi, abbastanza universalmente accettati.
Ognuno (per la parte di italianistica, da Nicoletta Maraschio a Paolo Ferratini, a Luca Serianni, a Giuseppe Sabatini, a decine di insegnati contattati) ha, e me lo ricordo, fatto delle rinunce. La lista di autori proposta inizialmente è stata drasticamente ridotta, proprio in nome di quegli obiettivi che ritenevamo prioritari.

Ricordo che le indicazioni, nella loro prima bozza, sono state messe sul web, sul sito nuovilicei.indire.it, seguendo la stessa procedura, adottata per la prima volta dal MIUR, del regolamento, e sono state aperte al dibattito libero degli insegnanti. Ricordo che sono state sottoposte a gruppi di docenti che non avevano avuto parte nella stesura, in modo da validarle. Alcuni avrebbero voluto l’inserimento di altri autori. Altri ritenevano gli autori proposti ancora troppi… La maggioranza ha giudicato il lavoro congruo e le libere integrazioni possibili. Abbiamo mantenuto la barra dritta.

Aggiungo un altro ricordo. Era intenzione della commissione raccogliere delle ipotesi di curriculum più specifici, a cura delle scuole, delle associazioni disciplinari, delle università, degli insegnanti, in modo da offrire, ai docenti, degli esempi da cui prendere spunto. Il lavoro, che avrebbe dovuto svolgersi quest’anno, proprio in vista del prossimo anno scolastico, che prevede l’entrata a regime del terzo anno della riforma e dello studio sistematico della letteratura, è stato interrotto nella fase attuativa dal cambio di governo. Mi sembra il caso di rilanciarlo, non per integrare indicazioni che non hanno alcun bisogno di essere integrate, ma per offrire agli insegnanti, di italiano e non solo, una opportunità di mettersi alla prova con le loro proposte o di confrontarsi con le proposte dei loro colleghi.

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