Ministro, sui compiti per le vacanze si spieghi meglio. Lettera

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Fernando Mazzeo – Le parole del Ministro Bussetti sui compiti per le vacanze continuano a far discutere e stanno suscitando non pochi equivoci.

La didattica moderna, giustamente, accentua la necessità di motivare
qualsiasi fase dell’apprendimento attraverso tutta una serie di
attività rispondenti ad un’ ampia gamma di interessi e di tendenze.

La funzione del compito si può riassumere in una sola parola:
“Stimolazione”. Essa è il nucleo centrale del processo di apprendimento ed ha lo scopo di suscitare l’auto attività dell’alunno e di alleviarne lo sforzo e l’imposizione.

Si può dire che l’esercizio è il fattore vivo su cui fa perno tutta la scuola attiva, è l’espressione di un bisogno vitale e di un dinamismo psicologico tra un fine essenziale (la competenza) e un bisogno profondo (la conoscenza).

Orbene, nell’attività individuale possiamo vedere la convergenza di tre fattori: la personalità dell’allievo come origine della motivazione, le sue modalità operative come fattore soggettivo-personale, la reazione auto attiva come fonte di sviluppo della personalità.

Chiaramente, ogni compito, ogni mezzo di studio e di ricerca diventa
efficace in base al grado di motivazione intrinseca. Deve, cioè, essere accettato dall’alunno con piena consapevolezza e deliberato consenso, sì da muovere la sua curiosità, il suo interesse dall’interno e favorire l’attività che scaturisce da un impulso interiore ed è destinata a soddisfare esigenze di sviluppo e di crescita personale.

In un senso specificamente pedagogico, l’auto attività, suggerita e
consigliata, è quella esercitata coscientemente e motivatamente dall’educando per l’acquisizione e la condivisione di valori utili a
soddisfare esigenze di sviluppo personale.

In un senso strettamente didattico, l’auto attività è un’azione
continua intrapresa liberamente e responsabilmente dall’allievo per
raggiungere determinati obiettivi finalizzati al successo scolastico.

Il compito così inteso si oppone all’attività forzata o coatta e
diventa principio di un processo che parte dalla ineliminabilità del
fare e dalla partecipazione del soggetto al processo di
apprendimento che è effetto principale dell’attività conoscitiva.

Infatti, San Tommaso dice che insegnare è dar vita alla scienza in un
altro, aiutandolo a servirsi dei suoi mezzi attraverso l’uso della ragione. Per questo motivo, il docente non è che causa strumentale, mentre causa principale è l’intelletto dell’alunno e il suo desiderio di fare per conoscere.

Pertanto, ogni singola attività rientra in quel bisogno naturale e
incoercibile dell’alunno, quale garanzia di sviluppo personale e
sociale.

Non a caso, oggi, la vita sociale esige complesse capacità d’azione,
di iniziativa, di efficienza. E tale capacità si acquista solo con
l’esercizio attento e vivo dell’azione autonoma. Un’azione che non è
mero capitale, ma strumento che dà la capacità di continuare ad
imparare da soli.

Se il compito a casa deve essere spontaneo, come può conciliarsi con
lo sforzo, l’impegno o l’ imposizione? È la motivazione e l’interesse vero che alleggerisce e mette le ali all’azione.

D’altronde, non si può eliminare lo sforzo dall’apprendimento. Lo
sforzo rimane una necessità didattica, in quanto, certe abilità non
sono acquisibili con facilità, ed una necessità etica, in quanto,
soltanto con l’impegno, proporzionato alla concreta realtà della
persona e alle sue reali possibilità, si costruisce il carattere e
si sviluppa la personalità.

Per stimolare la partecipazione degli alunni alla vita scolastica, per
attivare la ricerca e lo studio, per favorire la libera attività, per aumentare il profitto e diminuire considerevolmente la fatica, è necessaria una disposizione didatticamente positiva (l’interesse), un atto volitivo che induce la volontà a seguire un percorso essenzialmente costruttivo e operativo.

L’efficacia del processo educativo e didattico non è garantita solo
da fattori soggettivi o da norme imposte, ma dalla libera operatività
dell’alunno che, autonomamente, organizza e gestisce con interesse
il proprio lavoro.

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