Ministero condannato ad assumere docente di religione

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AGI – L’Italia non rispetta gli accordi con la Santa Sede ed il Giudice condanna il Ministero dell’Istruzione ad assumere una docente di religione. L’importante decisione e’ stata presa dal Giudice del lavoro presso il Tribunale di Sulmona, Ciro Marsella, al quale una docente di religione cattolica si e’ rivolta per vedersi individuata quale destinataria di contratto di lavoro a tempo indeterminato con il M.I.U.R. Il reclutamento dei docenti di religione cattolica prevede una modalita’ ripartita tra un 70% riservato al Ministero dell’Istruzione che vi adempie tramite contratti di lavoro a tempo indeterminato ed un 30% riservato all’Autorita’ Ecclesiatica con contratti annuali.

AGI – L’Italia non rispetta gli accordi con la Santa Sede ed il Giudice condanna il Ministero dell’Istruzione ad assumere una docente di religione. L’importante decisione e’ stata presa dal Giudice del lavoro presso il Tribunale di Sulmona, Ciro Marsella, al quale una docente di religione cattolica si e’ rivolta per vedersi individuata quale destinataria di contratto di lavoro a tempo indeterminato con il M.I.U.R. Il reclutamento dei docenti di religione cattolica prevede una modalita’ ripartita tra un 70% riservato al Ministero dell’Istruzione che vi adempie tramite contratti di lavoro a tempo indeterminato ed un 30% riservato all’Autorita’ Ecclesiatica con contratti annuali.

Il Ministero dell’Istruzione per conservare la quota del 70% avrebbe dovuto attingere i nominativi dalle graduatorie dell’ultimo ed unico concorso bandito a tal fine nel 2004 e questo non solo in sede di primo reclutamento post-concorso ma anche successivamente, per scorrimento delle stesse graduatorie, allorche’ la quota riservata al Ministero dell’Istruzione e quindi all’Italia si fosse alterata per difetto in presenza dei numerosi pensionamenti intervenuti nel frattempo anche considerando l’avanzata eta’ media dei docenti di religione che hanno partecipato al predetto concorso per entrare per la prima volta nei ruoli statali solo a partire dal 2005.

Il M.I.U.R. non ha mai voluto adempiere allo scorrimento delle graduatorie per assumere i docenti e riequilibrare la quota riservata e pertanto per molti di questi, prima dell’innovativa sentenza, non vi era concretamente piu’ alcuna speranza di entrare nei ruoli della scuola italiana. La docente e’ stata difesa nel singolare procedimento dall’avvocato Nino Ruscitti del foro di Sulmona che si dichiara soddisfatto per la decisione del Tribunale che "oltre a rendere giustizia a tanti docenti esclusi dai ruoli statali, risulta illuminante nell’interpretazione della normativa di settore che, nonostante la rilevanza, si presenta ancora generica ed incerta". Identico plauso e’ stato espresso dalla prof.ssa Maria Rosaria Lupi, segretario provinciale dello Snals-Confsal, che dichiara come, nella piu’ generale dimensione di tutela del personale della scuola, la sentenza rivesta grande importanza per la categoria dei docenti di religione di cui il sindacato si e’ sempre occupato nelle varie fasi della statalizzazione.

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