Maturità 2019, studenti: riforma non si può applicare dal 2018/19, serve sperimentazione. Lettera

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Inviato da studenti del Liceo Scientifico Ulisse Dini di Pisa – Noi, studenti del Liceo Scientifico Ulisse Dini di Pisa, esprimiamo il nostro sconcerto per l’introduzione delle nuove modalità di esecuzione dell’esame di Stato dell’anno 2018-2019.

La riflessione parte dallo scarso preavviso dato dal Ministero sulle novità riguardanti la maturità: il decreto che ha portato alla modifica dei quadri di riferimento risale infatti allo scorso 26 novembre, mentre la comunicazione delle materie presenti in seconda prova è del 18 gennaio.

Sebbene molteplici argomenti rimangano invariati rispetto all’esame del 2017-2018 è necessario notare che la preparazione per una nuova tipologia di prova, quale per esempio il secondo scritto misto di matematica e fisica, risulta assai problematica.

Il tempo a disposizione dei professori per rivalutare il piano di studi è veramente limitato: si parla di poco più di quattro mesi in confronto ai tre se non cinque anni in cui ogni insegnante ha strutturato un programma mirato per l’appunto a un’adeguata preparazione dei ragazzi in vista di un determinato scritto .

Inoltre, cambiare una prova d’esame in itinere comporta un numero ridotto delle simulazioni: a differenza di quanto accadeva negli anni passati, lo studente non ha la possibilità di esercitarsi adeguatamente su prove di maturità precedenti e i docenti non hanno la possibilità di progettarne di nuove data la scarsità e la controversia delle informazioni.

Il documento su cui infatti gli insegnanti dovranno basare il lavoro da svolgere in classe è stabilito dal Quadro di Riferimento Ministeriale del 26 novembre; tuttavia, sussistono delle discordanze con quanto richiesto nelle uniche simulazioni inviate il 20 dicembre.

Innanzitutto, le prove inviate non si attengono agli argomenti del testo sopra citato: si pensi per esempio al problema numero 2 della simulazione di fisica basato sulla relatività malgrado questa non sia prevista.

Date queste incognite, risulta necessario essere preparati su quanto più possibile ma, vista la vastità del programma, l’impegno di assimilazione da parte degli studenti risulta notevole e al di là delle loro capacità per il poco tempo a disposizione.

Inoltre, risulta che la simulazione mista non fosse altro che un compito di sola fisica, la cui risoluzione comporta sì la matematica ma nei suoi aspetti più meccanici, vale a dire l’utilizzo di derivate, sistemi, con la totale assenza della base teorica tanto lodata negli anni precedenti.

Diventa così superfluo il ragionamento da parte dei ragazzi: i professori si trovano infatti costretti a insegnare argomenti dal solo punto di vista tecnico, meccanismi da imparare a memoria, regole da seguire senza capirne il senso in quanto alcun approfondimento risulterebbe un “ostacolo” alla buona preparazione.

Preparazione che sottolineiamo è volta alla risoluzione di problemi universitari, come è stato appurato dalle recenti ricerche: i quesiti della simulazione mista copiati dal testo russo Problems in General Physics del 1981 di I. E. Idorov non rientrano infatti nelle competenze di studenti liceali, i quali, per la loro stessa condizione, non hanno le conoscenze adatte.

Ricordiamo che ad aumentare le difficoltà che porterebbe un tal genere di prova risulta la presenza della fisica: basti pensare alla differenza consistente tra l’ammontare di ore di quest’ultima materia nell’arco di cinque anni (500) rispetto a quello di matematica (700, circa il 40% in più).

La preoccupazione però non si limita solo allo scritto, in quanto l’orale appare ancora meno definito. Considerando l’innovazione delle buste-guida, l’obiettivo prefissato è quello di riuscire a creare ponti interdisciplinari partendo da un documento dato, ma non è chiara né la modalità né la durata di tale prova.

Lo stesso candidato potrebbe infatti riscontrare non poche difficoltà nel collegare in modo immediato materie scientifiche a materie umanistiche, processo che richiede una preparazione inserita in un percorso di studi adeguato e impossibile da realizzare in soli quattro mesi.

Inoltre, solleva ulteriori perplessità l’inserimento del dibattito su argomenti legati alla cittadinanza e costituzione: per quanto sia di fondamentale importanza che uno studente sia preparato al vivere civile, tale disciplina non è prevista ufficialmente nel programma scolastico.

Dunque, malgrado una modifica dell’esame di Stato possa comportare dei benefici nonché dei miglioramenti, riteniamo che sia necessario che tale cambiamento sia preceduto da revisioni dei programmi e successive sperimentazioni a partire dal terzo anno di liceo, come sostenuto con la petizione Documento di protesta sugli esempi di II prova scritta per il Liceo scientifico (pubblicati dal MIUR, 20 dicembre 2018). Proposte per una riforma della II prova scritta all’esame di Stato del 12 gennaio organizzata sul sito change.org.

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