Maturità 2019, evviva il nuovo Colloquio. Non se ne poteva più della tesina scopiazzata!

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Poche, rispetto a quelle negative, le testimonianze a favore delle nuove modalità dell’esame di Stato della scuola secondaria di II grado. 

Le testimonianze

“Anzitutto darei una valutazione positiva nel complesso.

Mi è tuttavia sembrato eccessivamente pesante il secondo scritto che ( io ho partecipato alla maturità scientifica ), mi è parso un pò
difficile, lungo e laborioso: da alcuni anni si continuano a dare
tracce sempre più difficili, che quest’ anno comprendevano sia
matematica che fisica, ed entrambe insieme, obbligando gli studenti a
stare 6 ore a risolvere problemi e quesiti. Forse si potrebbe
semplificare un pò la prova ; magari anche riducendone la lunghezza ( 4
o 5 ore sono più che sufficienti), senza dare prove di livello
pressochè universitario. Si può riuscire a capire la preparazione di un
ragazzo anche da un problema e da tre quesiti su un totale di due
problemi e sei quesiti.

Belle invece le tracce della prima prova.

Anche l’ orale è andato molto meglio del previsto: gli studenti sono 
riusciti positivamente a interloquire e a fare collegamenti . Però il
Ministero dovrebbe chiarire meglio come vada condotta questa prova,
quali i contenuti, ecc. ( Resta un pò la fortuna – sfortuna legata alla 
busta estratta ).

Infine c’è l’idea che si debba promuovere tutti: non è proprio un diktat
o un dato di fatto al 100% , ma quasi..direi al 99%.

In conclusione : occorrerebbe qualche piccola aggiustatina; ma dovrebbe
essere chiarita tra settembre ed ottobre , NON OLTRE  !!!”

“Dal mio punto di vista, quello che sembrava il problema principale di questo nuovo esame di maturità, ovvero il fatto di far partire il colloquio  da uno spunto contenuto in una busta “pescata”, di fatto si è rivelato l’unico aspetto positivo; in primo luogo perché ha superato la desueta e spesso scontata “tesina”, talvolta copiata, imparata a memoria, ma soprattutto perché ha consentito, in sede di colloquio, di valutare in maniera globale i candidati (lo spettro delle conoscenze e la capacità di collegarle,  l’autonomia nel trovare le connessioni tra le varie discipline). Al netto di questo, ritengo che questo esame sia complessivamente peggiore di quello precedente, in quanto il colloquio, l’unica prova che consente ai candidati di dimostrare quanto abbiano studiato, prevede un’attribuzione di non più di 20 punti, il che avvantaggia inevitabilmente  coloro che si sono impegnati di meno. Inoltre, un credito scolastico fino a 40 punti da un lato può tutelare i ragazzi più impegnati nel corso dell’ultimo triennio, dall’altro è svantaggioso per le scuole in cui vigono maggiore rigore e serietà, oltre al fatto che affievolisce il significato stesso dell’esame di Stato. “
“Sono stata Presidente di Commissione nell’appena concluso Esame di Stato. Sugli scritti non mi dilungo: per me, che insegno Lettere, le tipologie “saggio breve” o “articoli di giornale” risultavano molto difficili da insegnare, nelle distinzioni e nelle specificità argomentative. Ora, seppure in forma dissimulata, siamo tornati alla tipologia di “trattazione a tema”, con testo-documento già fornito in partenza, a partire dal quale interrogarsi e prendere posizione. Forse è una tipologia meno velleitaria e più concreta, dove i più informati fra i candidati possono integrare, arricchendo con posizioni critiche personali, ed i meno competenti possono comunque trovare un “salvagente”: tranne i casi di alcuni commissari di italiano, che di fronte alla trattazione unitaria e non in base alle singole domande di accompagnamento, hanno gridato al “fuori tema”! Per quanto riguarda il colloquio, ho trovato soprattutto avvilente l’impreparazione dei Consigli di Classe, che non si sono dichiarati, nel mio caso, all’interno del Documento del 15 Maggio, in merito ai nodi concettuali in comune. Pertanto è stato compito della Commissione, enuclearne cinque per ciascuna classe, e da lì configurare i contenuti (immagini, testi) per le molteplici buste, comprese quelle “dedicate” per DSA e D.H..All’orale, data l’assenza di intrecci pluridisciplinari preventivamente affrontati dall’attività di classe, sono risultati molto ricorrenti argomenti quali “la Seconda Rivoluzione Industriale” e “le due Guerre Mondiali”, “collegati” rispettivamente con Verga, Ungaretti, Calvino. In poche parole, a mio giudizio la formula è da controllare molto attentamente da parte dell’intera Commissione, con un ruolo importante di regia, da parte del Presidente.
Ma la Didattica dei Consigli di Classe, nel corso del triennio, dev’essere radicalmente modificata, non operando più distinzioni fra “aree comuni”ed “aree d’indirizzo o tecniche”, riscoprendo una sinergia fra saperi e competenze, che per questa prima esperienza si è solo intravista.

 

Maturità 2019, il giudizio di alcuni docenti: imbarazzante ascoltare collegamenti astrusi e senza logica

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