Martina (Pd): educazione alla cittadinanza nelle scuole

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Parte tutto dalla scuola. I nuovi cittadini si formano lì, l’Italia di oggi e di domani passa per la riscoperta del ruolo civico dell’insegnamento.

E’ quanto affermato dal segretario del Partito Democratico, Maurizio Martina, intervistato dal quotidiano online QN.

Parte tutto dalla scuola

Il concetto su cui è incentrata tutta l’intervista è quello dell’educazione alla cittadinanza. La sua trascuratezza potrebbe portare alle degenerazioni dell’odio sui social che secondo Martina ha raggiunto livelli mai visti. Reintrodurre nella didattica le ore dedicate all’educazione alla cittadinanza rappresenta, per Martina, l’investimento migliore per il futuro.

Per questo motivo, il segretario del Pd ha sottoscritto il progetto di legge di iniziativa popolare lanciata dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, con cui si chiede la reintroduzione dell’educazione civica come materia distinta.

Il rischio delle degenerazioni sociali

Se cresce l’intolleranza, il senso di insicurezza, la solitudine, anche tra i più piccoli, – ha spiegato Martina – come reagisci? Per noi ci vuole più cultura, più scuola, più educazione civica. Che nelle scuole si apprendano diritti e doveri dei cittadini. La grandezza delle idee della nostra Costituzione, ad esempio. Sui social c’è un livello di odio mai visto. Tra i ragazzi sta diventando un problema sociale. Ci vuole di sicuro un impegno forte nelle scuole, ma anche le piattaforme come Facebook, Twitter e Instagram devono mettere in campo strumenti di sicurezza. Non si può morire di cyberbullismo“.

Raccolta firme

Il segretario Martina vuole chiedere il coinvolgimento dei circoli del Pd per completare la raccolta di firme necessarie per proseguire l’iter legislativo di questa particolare iniziativa legislativa.

L’obiettivo – ha spiegato ancora Martina – è raccogliere le 50mila firme necessarie, per poter condividere questa proposta con tanti cittadini e portarla così all’attenzione del Parlamento. Una legge popolare che mi auguro che la maggioranza sappia valutare, anzi sappia approvare in tempi rapidi“.

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