L’opposizione al DDL Scuola anche dai Comitati dei Genitori

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Il Comitato Genitori dell’Istituto Comprensivo Loredana Campanari di Monterotondo (RM), consultatosi sul DDL n. 2994, “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, comunemente denominato “La buona scuola”, presentato dal Governo alla Camera dei Deputati il 27 marzo u.s., vogliono esprimere in merito la propria valutazione, con il più profondo interesse e preoccupazione per la formazione e l’educazione dei propri figli e delle future generazioni.

Il Comitato Genitori dell’Istituto Comprensivo Loredana Campanari di Monterotondo (RM), consultatosi sul DDL n. 2994, “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, comunemente denominato “La buona scuola”, presentato dal Governo alla Camera dei Deputati il 27 marzo u.s., vogliono esprimere in merito la propria valutazione, con il più profondo interesse e preoccupazione per la formazione e l’educazione dei propri figli e delle future generazioni.

Pertanto esprimono una valutazione fortemente negativa nei confronti del progetto di riforma della scuola, condividendo gli aspetti per i quali si sono già espresse molteplici esponenti di vari Istituti italiani, anche alla luce degli oltre 1800 emendamenti presentati in Commissione Cultura della Camera il 20/04/2015 u.s. Si riportano i punti chiave delle nostre riflessioni.

NO alla pressoché totale esautorazione degli Organi Collegiali nei processi decisionali della scuola. Chiediamo che nella Legge di riforma degli Organi Collegiali nella scuola, siano previsti/confermati i seguenti punti:

  • centralità del Consiglio di Istituto negli indirizzi, nell’adozione e nella valutazione del POF, indipendentemente dall’iniziativa del dirigente scolastico

  • istituzione o mantenimento nei nuclei di valutazione delle scuole dell’autonomia, della presenza di genitori (e gli studenti), in quanto espressione dei cittadini e degli utenti del servizio pubblico, nonché principali finanziatori dell’offerta formativa

  • in Consiglio di classe presenza di rappresentanti dei genitori e degli studenti con espressione di pareri anche sulla programmazione dell’attività didattica

  • promozione e sostegno, da parte delle istituzioni scolastiche, dell’associazionismo dei genitori, degli studenti, degli insegnanti

  • confermare la pariteticità di rappresentanza fra genitori/studenti e tutto il personale della scuola; presidenza del Consiglio di Istituto affidata a un genitore;

NO al depotenziamento del Collegio dei Docenti. Il Comitato dei Genitori non condivide il rafforzamento del ruolo del dirigente scolastico così come richiamato all'art. 2. L’autonomia scolastica si rafforza dando centralità alla didattica come “garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale” (DPR. 275); la progettazione dell’attività educativa nella vera scuola dell’autonomia rientra nelle competenze del collegio dei docenti (le cui funzioni devono essere rafforzate e modernizzate) e non può essere concentrata tutta nella figura del dirigente scolastico. Nel DDL, il Collegio Docenti, in particolare, nella materia attualmente di sua competenza, ovvero l'aspetto didattico-progettuale, è relegato ad un ruolo soltanto consultivo. Le decisioni in tale materia sono attribuite interamente al Dirigente Scolastico, unico responsabile “delle scelte didattiche e formative” (art. 7, comma 1) indicate nel “Piano Triennale dell'Offerta Formativa” e del conseguente “Organico dell'Autonomia”, “funzionale alle esigenze didattiche, organizzative e progettuali delle istituzioni scolastiche come emergenti dal piano triennale” (art. 2, comma 1).

NO al finanziamento delle scuole private. Il Comitato ritiene inoltre inaccettabile che mentre si pensa di modificare profondamente la scuola pubblica, che garantisce il servizio ad oltre il 95% degli alunni italiani, si continuino a sovvenzionare con oltre 480 milioni di euro, le scuole private che, tranne alcune limitate realtà, continuano a perdere iscrizioni.

NO all'attribuzione al Dirigente Scolastico della facoltà di conferire incarichi per chiamata diretta al personale docente, attingendo ad “albi territoriali” (art. 7, comma 4), incarichi “di durata triennale rinnovabili” affidati a docenti selezionati “tenuto conto del curriculum” (comma 3).
In questo il provvedimento in discussione riprende un punto centrale del DDL Aprea del 2012 (n. 953), all'epoca aspramente criticato da esponenti dell'attuale maggioranza (allora opposizione) che oggi sostengono questa proposta di legge.

La creazione dei suddetti “albi territoriali”, cui inizialmente sono destinati i soli assunti a partire dal prossimo anno scolastico, ma nei quali confluiranno tutti i docenti già di ruolo interessati dalla mobilità territoriale e professionale, ossia tutti i docenti trasferiti (anche soprannumerari). A questi ultimi verrà pertanto estesa la disciplina dell'incarico triennale per chiamata diretta del Dirigente (art. 7, comma 4). In questo modo, privando i docenti della possibilità di richiedere le singole scuole per i trasferimenti, viene modificata per legge in modo sostanziale la disciplina contrattuale della mobilità scolastica.

NO all'attribuzione al solo Dirigente Scolastico della facoltà di assegnare ai docenti “meritevoli” una somma, definita “bonus” (art. 11, commi 2 e 3), della cui entità peraltro il DDL non fa menzione. La cosiddetta autovalutazione della scuola verrebbe così a risolversi in un meccanismo premiale rivolto ai singoli docenti con decisione unilaterale ed esclusiva del Dirigente.

L'esclusione dal “piano straordinario di assunzioni” per l'anno scolastico 2015/2016 (art. 8) di coloro che, pur in possesso di abilitazione e con più di 36 mesi di insegnamento alle spalle, non sono inclusi nelle graduatorie ad esaurimento (GAE), in contraddizione con la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 26/11/2014 che ha dichiarato illegittima la reiterazione dei contratti a termine oltre i 36 mesi. Il DDL sembra invece tener conto della sentenza della Corte laddove all'art. 12 fissa a 36 mesi (“anche non continuativi”) la durata massima complessiva dei “contratti di lavoro a tempo determinato stipulati con il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario” (art. 12 comma 1).

NO alla totale esclusione del personale ATA, che pure è interessato dalla limitazione dei contratti a tempo determinato, dal “piano straordinario di assunzioni” previsto per l'anno prossimo. Personale la cui presenza è invece fondamentale sia per il normale funzionamento della scuola, sia per il “potenziamento dell'offerta formativa” e “l'apertura pomeridiana delle scuole” che il DDL si prefigge (art. 2, comma 3, lettera m), senza indicare chiaramente con quali risorse umane e finanziarie.

I cambiamenti previsti dal DDL in parola sembrano ispirati semplicemente dalla volontà di voler cambiare la scuola “comunque e subito” e che, di conseguenza, evidenziano il carattere dell’improvvisazione nella stesura di un testo continuamente rimaneggiato e che sembra reggersi soprattutto sulla convinzione che per fare funzionare meglio la Scuola sia sufficiente e necessario modificare la governance, aumentando i poteri del Preside-manager al quale affidare, in assoluta solitudine, la gestione burocratico-organizzativa nonché la pianificazione didattica.

Pertanto il Comitato dei Genitori dell’Istituto Comprensivo Loredana Campanari di Monterotondo (RM) chiedono l'apertura di un confronto che su questi temi coinvolga realmente il mondo della scuola.

La Presidente del Comitato Genitori

F.to Dr.ssa Vanessa Forneris

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