La Lombardia avrebbe bisogno di circa 5.200 insegnanti di sostegno in più

Di Lalla
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USB – Si è tenuto un incontro all’Ufficio Scolastico provinciale di Milano tra i dirigenti il dott. Petralia e l’ispettore dott. Bruschi , il Coordinamento Lavoratori della Scuola “3 Ottobre”, l’Associazione Genitori Tosti Onlus e USB Scuola – Lombardia.  Di seguito l’interessante report e la diffida consegnata all’USP.

USB – Si è tenuto un incontro all’Ufficio Scolastico provinciale di Milano tra i dirigenti il dott. Petralia e l’ispettore dott. Bruschi , il Coordinamento Lavoratori della Scuola “3 Ottobre”, l’Associazione Genitori Tosti Onlus e USB Scuola – Lombardia.  Di seguito l’interessante report e la diffida consegnata all’USP.

L’incontro richiesto al fine di consegnare il documento allegato al dott. Petralia e al dott. De Sanctis (assente all’incontro e al quale nei prossimi giorni verrà consegnata una copia) a firma del Coordinamento Lavoratori della scuola “3 ottobre”, dell’Associazione Genitori Tosti Lombardia, dell’USB Scuola Lombardia. Tale documento è stato elaborato per richiamare gli uffici dell’UST e dell’USR al rispetto della normativa vigente in merito agli organici di sostegno, al rapporto fra insegnanti specializzati e studenti con disabilità, al numero massimo di studenti con disabilità per ogni classe, al numero massimo di alunni per classe.

Il dott. Petralia ha ribadito più volte che il vincolo di bilancio imposto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze rende impossibile attualmente il rispetto della normativa vigente.

RESOCONTO

Si chiede al Dott. Petralia come gli uffici intendono realizzare il rispetto del rapporto 1:2 fra insegnanti di sostegno e alunni con disabilità lieve e del rapporto 1:1 nel caso di disabilità gravi, nel rispetto della legge 104/92 e in considerazione sia delle numerose sentenze dei TAR risultate favorevoli alle famiglie ricorrenti contro il MIUR sia della sentenza della Corte Costituzionale (80/2010) che ha sancito come il diritto all’istruzione degli alunni con disabilità deve essere considerato prioritario rispetto alle esigenze di bilancio dello Stato.

Risposta: il rapporto medio nella regione Lombardia si attesta su 1:2,39 con situazioni molto positive come la provincia di Sondrio dove il rapporto si attesta su 1:1,50 e situazioni più problematiche come l’area metropolitana di Milano che è, invece, lontana dal rispetto di questa proporzione.

La Lombardia avrebbe bisogno di circa 5.200 insegnanti di sostegno in più oltre all’organico di fatto per rispettare il rapporto 1:2, ma il Ministero dell’Economia e delle Finanze non autorizzerebbe mai un tale numero di deroghe.

Pertanto il direttore dichiara che gli ambiti territoriali della Lombardia contano di risolvere il problema chiedendo il massimo numero possibile di cattedre in deroga (circa 700), per mantenere almeno inalterato, rispetto al precedente anno scolastico, il rapporto insegnanti di sostegno/studenti.

L’ufficio scolastico regionale, inoltre, “riequilibrerà” la distribuzione degli insegnanti di sostegno fra le varie province ristabilendo maggiore uniformità per l’assegnazione oraria delle risorse. Il dott. Petralia, però, non chiarisce come e con quali criteri verrà riequilibrata l’attuale situazione e assicura solamente che entro la fine di luglio, in seguito all’incontro fra il direttore regionale dott. De Sanctis e il Ministero, si avranno dati più certi rispetto alle deroghe (ogni comunicazione in tal senso verrà pubblicata sul sito).

Si fa notare che il presunto rapporto 1:2,39 per l’area di Milano è del tutto falso, visto che il rapporto reale tra docenti di sostegno e alunni con disabilità che riscontriamo nelle scuole milanesi è sempre molto più alto.

Risposta: il rapporto è dato dalla media della regione e in alcune province, per esempio Sondrio, le risorse sono maggiori perché in passato ci sono state politiche volte a favorire alcune zone della regione rispetto ad altre.

Si fa notare che il meccanismo delle deroghe è fuorviante in quanto non si tratta di “concedere” cattedre in deroga, ma di rispettare il dettato costituzionale all’art. 3 e non violare i diritti degli alunni con disabilità. Non si chiedono in tale situazione delle concessioni o delle elargizioni individuali, ma il rispetto del diritto allo studio di tutti gli studenti come da normativa vigente.

Risposta: sebbene la situazione sia oggettivamente grave e sebbene ci sia una disponibilità dei direttori territoriali nel provare a richiedere il congruo numero di risorse adeguate, il Ministero dell’economia e delle finanze non ha alcuna intenzione di concedere al Ministero dell’istruzione tutte le risorse necessarie per una gestione ottimale della scuola. Sostiene, inoltre, che i direttori territoriali si “mettono spesso di traverso” in tutti i casi in cui è possibile farlo, ma che di fatto, in quanto funzionari dello Stato, non possono che obbedire a quello che gerarchicamente gli viene imposto. La distanza tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere è, per il dott. Petralia, un dato di realtà ineluttabile che non può essere contrastato dagli USP e dagli USR. Anche di fronte alla vittoria delle sentenze per i ricorsi al TAR, il dott. Petralia fa notare come a seguito di quei singoli ricorsi le famiglie che li hanno promossi hanno visto successivamente riconosciute le adeguate risorse, ma che non bisogna nascondersi il dato più importante: non si tratta mai dell’attivazione di risorse aggiuntive bensì di un “gioco delle tre carte” per cui alcune risorse vengono dirottate da un singolo studente a un altro, in quanto i vincoli rispetto agli organici assegnati dal Ministero comunque permangono sulla situazione generale.

Si fa notare che l’assegnazione delle ore di sostegno è del tutto arbitraria e priva di trasparenza in quanto non sono mai stati esplicitati i criteri in base ai quali gli uffici scolastici territoriali distribuiscono le ore alle istituzioni scolastiche.

Risposta: i criteri di assegnazione delle ore fanno riferimento alla condizione degli studenti in base a una legge più recente della 104 (tuttavia il dott. Petralia rifiuta di citare tale riferimento di legge con precisione). Inoltre sostiene che non è corretto partire dal presupposto che gli studenti con disabilità grave abbiano diritto alla copertura integrale delle 18 ore perché l’insegnante di sostegno non è assegnato allo studente, ma alla classe e quindi dovrebbe essere il Consiglio di Classe a predisporre interventi mirati per lo studente con disabilità

Si fa notare, senza nulla obiettare al coinvolgimento dei consigli di classe nella progettazione e nella realizzazione dell’inclusione scolastica, che tutte le sentenze dei TAR interpretano la legge 104 proprio nel senso della copertura integrale di 18 ore per gli studenti con disabilità grave altrimenti le famiglie non vincerebbero così tanti ricorsi…

Risposta: l’operato della magistratura non è affare del Ministero dell’Istruzione.

Si fa notare che, anche se si volesse intendere l’assegnazione dell’insegnante di sostegno come risorsa genericamente attribuita alla classe (e non come è più corretto all’integrazione e all’inclusione della classe in cui è presente uno studente con disabilità), non sarebbe in ogni caso possibile “assistere” l’intera classe con il numero esiguo di ore assegnate attualmente. Quindi l’argomentazione del dott. Petralia appare fallace dal punto di vista normativo, ma anche dal punto di vista logico a meno che non si pretenda che i docenti si investano di un mandato volontaristico a detrimento in ogni caso della qualità degli interventi educativi e del benessere dei lavoratori della scuola.

Risposta: il direttore e l’ispettore sostengono che la normativa (nessun riferimento specifico) pone a 1:2 il rapporto fra insegnanti di sostegno e alunni disabili, che il compito dell’integrazione ricade sul Consiglio di Classe e non sul solo insegnante specializzato, pertanto le richieste di aumento delle ore non sono sempre giustificate perché il mancato affiancamento del sostegno didattico-educativo anche nelle situazioni di studenti con disabilità grave si può sopperire con l’affinamento delle diverse metodologie didattiche.

Si fa notare come la politica complessiva del Ministero sia di ridurre progressivamente il sostegno tagliando non direttamente sul numero di insegnanti, ma riducendo gradualmente il numero delle ore assegnate agli alunni e alle scuole. La recente direttiva sui BES, il richiamo alle diverse metodologie da mettere in campo nei Consigli di Classe privi delle necessarie risorse specializzate sul sostegno, l’avvio di una modalità esclusivamente burocratica di gestione del disagio e delle difficoltà di apprendimento sono modi puramente formali per diffondere l’idea che il Ministero sia interessato alla tutela degli studenti più deboli, ma tutti questi atti nascondono invece una reale volontà di operare anche sul sostegno un taglio e una riduzione del personale (anche attraverso l’introduzione dell’organico funzionale a reti di scuole) a scapito del diritto allo studio degli studenti con disabilità. Nelle scuole statali spariscono gradualmente figure professionali come mediatori, esperti della LIS, assistenti per la comunicazione, educatori professionali e si tenta, oggi, di operare un ennesima riduzione sull’organico di sostegno.

Esprimiamo la nostra forte contrarietà contro la recente direttiva dei BES che non inciderà in alcun modo sull’inclusione. Si invita, inoltre, l’USP e l’USR a una analisi di quanto realizzato dalla legge 170/2010 per gli alunni con DSA (alcuni dei quali con difficoltà cognitive borderline segnalate nelle stesse diagnosi e privati da quella stessa legge del sostegno didattico-educativo) per comprendere facilmente come la predisposizione del riconoscimento di un bisogno educativo solo sul piano formale (circolare BES del 6/3/2013) produce niente altro che un abbassamento delle richieste e delle prestazioni di quegli stessi studenti che se correttamente affiancati potrebbero raggiungere ben altri livelli di apprendimento.

Segnaliamo che la situazione appare nelle nostre scuole sempre più esplosiva e sarà ogni anno più difficile da gestire anche per quelle professionalità che oggi si spendono con resilienza pur vedendo profilarsi all’orizzonte i costi sociali che le deprivazioni di oggi causeranno in futuro. Si chiede al dott. Petralia di farsi portavoce della contrarietà e della forte preoccupazione espressa in questa sede anche a fronte della beffa costante di un aumento di fondi pubblici che lo Stato e gli enti locali distorcono a vantaggio delle istituzioni scolastiche paritarie private.

Risposta: in quanto funzionari dello Stato ci si limita ad applicare le direttive imposte dai superiori gerarchici.

Il dott. Petralia e l’ispettore Bruschi introducono, inoltre, altre questioni rilevanti per gli ambiti territoriali:

  • la chiusura di numerose scuole private paritarie e l’impossibilità per le scuole statali di assorbirne tutti gli studenti;

  • il ricollocamento degli insegnanti soprannumerari, per i quali si sta pensando, in aperta e irrisolvibile contraddizione con quanto affermato precedentemente, ad un collocamento nelle paritarie private come ulteriore forma di “sostegno” pubblico all’istruzione privata;

  • la necessità di istituire nuovi corsi di specializzazione sul sostegno per la mancanza (sic!) di personale specializzato da impiegare nelle scuole.

Si fa presente come il sindacato USB di Milano abbia in questo anno scolastico ricevuto diverse segnalazioni da parte dei lavoratori (con conseguente richiamo di diffida alle scuole) rispetto a: mancata copertura dei docenti di sostegno assenti per più di 15 giorni; sostituzione dei docenti di sostegno con personale educativo; tentativi di spostare i docenti di sostegno dalle proprie classi ad altre classi scoperte soprattutto nei mesi di settembre e inizio ottobre quando l’USP tarda con l’espletamento delle procedura di nomina.

Si chiede che le procedure di nomina siano condotte in maniera pubblica e trasparente nella sede dell’ambito territoriale e non nelle scuole, dove spesso avvengono in maniera approssimativa e in condizioni indecorose.

Risposta: Il direttore dichiara che penserà alla questione e cercherà una soluzione organizzativa pur segnalando la forte riduzione che gli stessi USP hanno subito negli ultimi anni

Si chiede che gli spezzoni di 6 ore siano assegnati dagli ambiti territoriali e non dai dirigenti scolastici come nello scorso anno scolastico per alcune classi di concorso. Si chiede, inoltre, che l’USP pubblichi sul sito un richiamo formale all’assegnazione degli spezzoni fino al 30 giugno scorrendo la Graduatoria ad Esaurimento in quanto i dirigenti scolastici spesso tendono a scorrere e nominare impropriamente dalle graduatorie di istituto.

Risposta: la normativa prevede che gli spezzoni di 6 ore o inferiori alle 6 ore siano assegnati direttamente dai dirigenti scolastici, difficilmente la situazione potrà essere gestita diversamente.

Si rimanda a un ulteriore incontro nel mese di settembre per altri aggiornamenti sull’organico di sostegno.

Coordinamento Lavoratori della scuola “3 ottobre” Milano [email protected]
http://coordinamentoscuola3ottobre.blogspot.it/

USB Scuola Lombardia
[email protected]
http://scuola.usb.it/

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