L’OCSE sul Piano nazionale per la Scuola Digitale: scarsissime le risorse per obiettivi troppi ambiziosi

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Giulia Boffa – Italia bocciata in multimedialità e uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) nella scuola.

Giulia Boffa – Italia bocciata in multimedialità e uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) nella scuola.

L’OCSE, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, sul Piano nazionale italiano per la Scuola Digitale è impietosa: l’Italia è "in ritardo rispetto alla maggioranza dei paesi: nel 2011 solo il 30% degli studenti italiani di terza media utilizzava le Ict come strumento di apprendimento durante le lezioni di scienze, rispetto a una media del 48% in altri Paesi dell’Ocse".
 
Impietosa anche sul Piano nazionale italiano per la Scuola Digitale, anzi lo è soprattutto sulle scarsissime risorse destinate, che non portano da nessuna parte: l’Italia "utilizza le sue modestissime risorse finanziarie per attuare una visione realistica e ambiziosa dell’innovazione: le scarse risorse del Piano – sottolinea l’organizzazione – hanno limitato l’efficacia delle sue diverse iniziative. È soprattutto a causa della mancanza di risorse più che di una scarsa domanda da parte delle scuole e degli insegnanti, che la presenza delle dotazioni tecnologiche nelle classi è ancora molto bassa".
 
Continua sempre sul Piano: l’Italia "ha stanziato 30 milioni di euro all’anno per 4 anni, ossia meno dello 0,1% della spesa pubblica per l’istruzione (ovvero meno di 5 euro per studente di scuola primaria e secondaria all’anno). Un aumento significativo delle risorse attraverso finanziamenti pubblici o privati è una condizione necessaria al successo del Piano così com’è attualmente configurato. Viste le attuali restrizioni di bilancio, è difficile prevedere un aumento delle risorse, e il rapporto propone di riconsiderare alcuni aspetti del Piano per raggiungere due obiettivi: accelerare l’integrazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle scuole e nelle classi; creare una Rete di Laboratori per l’Innovazione in cui alcune scuole pilota sperimentino e concepiscano nuove pratiche didattiche e organizzative per migliorare il sistema scolastico italiano, reindirizzando i progetti di innovazione sull’iniziativa scuol@ 2.0", conclude l’Ocse.

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