Lo stress inesistente dei Dirigenti Scolastici per le classi pollaio

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Inviato da Gianfranco Scialpi – Lo stress dei Dirigenti Scolastici. Dichiarano di subirlo. Sarà! Sicuramente di fronte alla scelta classi pollaio si, classi pollaio no, optano quasi sempre per la prima soluzione, la più semplice, dimenticando il loro compito di una scuola efficace. 

Lo stress dei Dirigenti Scolastici

Dirigenti scolastici stressati? Sembra! Sarà probabilmente vero! Due sono le cause che favoriscono questo stato d’animo: la sicurezza e i lavori di segreteria. Ha dichiarato A. Giannelli “La sicurezza degli edifici scolastici che competerebbe agli enti locali. Dovrebbero essere loro a verificare che siano a norma, che non cadano i controsoffitti e non si stacchino le tegole. Ma come sappiamo gli enti locali non hanno i soldi per farlo.  Sul secondo “le segreterie (sono) in affanno perché mancano i capi segreteria (Dsga). Senza di loro tocca ai dirigenti scrivere un atto o occuparsi degli appalti” 

Le classi pollaio non sono un fattore di stress

Nella dichiarazione sono assenti gli aspetti che non stressano direttamente i Dirigenti Scolastici , ma che lo fanno sull’Istituto Scolastico di cui sono i rappresentanti legali e i responsabili della qualità del servizio. Tra le dimenticanze, ovviamente, annovero la formazione delle classi. In particolare delle classi pollaio. Queste sono implementate localmente dai Dirigenti Scolastici. Le loro decisioni quasi sempre prendono alla lettera la normativa, interpretando l’espressione “massimo” ( 26 alunni per l’infanzia e  la primaria, 27 e 30  studenti rispettivamente per la secondaria di primo grado e per quella di secondo grado) come un obbligo di legge. Questo è solo un esempio di una lettura non approfondita della norma. 

Eppure la formazione di classi pollaio dovrebbe essere un fattore di stress

Decisioni che quando sono vagliate dalla magistratura amministrativa o dalla Cassazione sono annullate per incostituzionalità, mancanza delle condizioni di sicurezza e incolumità per gli studenti, quasi sempre minorenni.  L’ultimo caso è la sentenza che ha obbligato un Dirigente Scolastico a sdoppiare una classe di 23 alunni con due alunni gravi. La condizione perché questo si verifichi è la presenza di genitori consapevoli dell’importanza di una formazione di qualità per i loro figli. Eppure i Dirigenti non sembrano preoccupati, stressati. Probabilmente perché la possibilità di dover comparire davanti a un magistrato non è frequente. Ovviamente mi riferisco a quelli che favoriscono la formazione di classi pollaio.

La normativa concede degli spazi discrezionali

In alcuni casi potrebbero evitare la costituzione delle classi pollaio. E’ sufficiente applicare l’art 5 comma 2 del D.M. 81/09  “Le classi iniziali delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado, ivi comprese le sezioni di scuola dell’infanzia, che accolgono alunni con disabilità sono costituite, di norma, con non più di 20 alunni, purché sia esplicitata e motivata la necessità di tale consistenza numerica, in rapporto alle esigenze formative degli alunni disabili” Orientamento ampliato dall’ art. 1 comma 84 della Legge 107/15 che lo lega intrinsecamente al miglioramento della qualità del servizio scolastico.

 

Classi pollaio, efficienza si, efficacia no

Quest’ultimo rimanda al principio dell’efficacia abbinato a quello dell’efficienza. Entrambi definiscono l’azione del Dirigente Scolastico. L’impresa risulta complessa quando si tenta la giusta e ponderata composizione dell’ottimizzazione razionale delle risorse (da non confondersi con la “spremitura” del personale) con il raggiungimento degli obiettivi formativi “misurabili” in processi cognitivi, componenti relazionali, emotivi, affettivi… Come scrivevo sopra l’azione del Dirigente è significativamente esposta alla complessità che richiede l’adozione di soluzioni “rischiose e responsabili”, consentite però dalla lettura tra le righe della normativa.

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