L’Invalsi sbarca su youtube

Di Lalla
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Marco Barone – Quella che tutti noi viviamo è la società della grande comunicazione. A volte frenetica, a volte elusiva di ogni concezione del tempo. YouTube, rappresenta un canale di comunicazione importante, ove chiunque può creare un video e diffondere anche in modo artistico il proprio pensiero, la propria visione di sistema e società.

Marco Barone – Quella che tutti noi viviamo è la società della grande comunicazione. A volte frenetica, a volte elusiva di ogni concezione del tempo. YouTube, rappresenta un canale di comunicazione importante, ove chiunque può creare un video e diffondere anche in modo artistico il proprio pensiero, la propria visione di sistema e società.

Ma accade che anche l’Invalsi, le cui prove sono contestate su vari fronti, da quello del massimo sistema, al semplice contenuto che le caratterizzano, ricorre all’ausilio di You Tube per inculcare un messaggio a dir poco inquietante.

Un messaggio che a parer mio è denigratorio ed irrispettoso di ogni dignità professionale di qualsiasi docente.

Dico ciò, perchè con il video si spiega ai docenti come somministrare le prove considerate.

Il punto è che più che rivolgersi a delle persone che lavorano da anni nella scuola, sembra di assistere ad un messaggio rivolto ad una platea a cui si deve spiegare ogni abc elementare. Sembra che quel video sia diretto, con tutto il rispetto che si possa nutrire, a dei bambini, e non a degli adulti, che lavorano nella scuola.

Un video altresì emblematico perchè rappresenta bene cosa è il sistema Invalsi, ovvero robotizzare il docente, denigrare ogni libertà d’insegnamento vigente ed esistente, e mutarlo in una specie di automa.

Fai questo, fai quello, muoviti così, e così via dicendo.

Se non fosse un video istituzionale, si potrebbe anche passar sopra a tale forma e sostanza comunicativa, ma il punto è che un video ufficiale, pubblicato sul sito dell’Invalsi e si rivolge a migliaia di lavoratori e lavoratrici della scuola.

Ma nello stesso tempo, YouTube, viene utilizzato come strumento di contrasto al sistema Invalsi.

In rete, è stato pubblicato da pochi giorni, un video dell’UDS di Trieste (che trovate alla fine dell’articolo), aderente insieme ai Cobas Scuola del Friuli Venezia Giulia, al coordinamento cittadino No Invalsi.

Un video semplice, poetico che rappresenta bene cosa vogliono gli studenti.

Studenti che mai vengono ascoltati, ma che devono, come accade oramai in modo tipizzato in tal tempo, affrontare decisioni di burocrati, abituati a ragionare in modo sistemico, e non con le persone, non con gli individui che sono soggetti attivi e non passivi della nostra società.

Un video istituzionale, contro un video emozionale, un video figlio della peggior burocrazia contro un video figlio di una voglia di vivere quella democrazia oggi sempre più soffocata da chi utilizza lo strumento della Legge per addestrare le persone all’asservimento.

L’articolo originale

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