L’intervento del Ministro Giannini al Quirinale per la Giornata Internazionale della Donna

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GB – Pubblichiamo l’intervento del ministro Giannini al Quirinale in occasione dell’8 marzo.

Signor Presidente,
Gentili ministri, Autorità, parlamentari, care studentesse e cari studenti
oggi è una giornata solenne e importante per il nostro Paese e per la nostra società.

E in virtù di questa innegabile rilevanza vorrei aprire il mio intervento con una breve nota storica.

La cultura occidentale si è aperta con un capitolo letterario di magistrale tragicità.

GB – Pubblichiamo l’intervento del ministro Giannini al Quirinale in occasione dell’8 marzo.

Signor Presidente,
Gentili ministri, Autorità, parlamentari, care studentesse e cari studenti
oggi è una giornata solenne e importante per il nostro Paese e per la nostra società.

E in virtù di questa innegabile rilevanza vorrei aprire il mio intervento con una breve nota storica.

La cultura occidentale si è aperta con un capitolo letterario di magistrale tragicità.
Eschilo nelle Supplici ci racconta il primo atto di violenza istituzionale contro un gruppo di donne: le cinquanta figlie di Danao che scappano in Argolide dall’Egitto per sfuggire al matrimonio loro imposto con i cinquanta cugini. Siamo nel 463 a.C. nel Mediterraneo orientale.
Le Danaidi, come ricorderete, subiranno il matrimonio, salvo poi diventare loro stesse assassine dei loro mariti nella prima notte di nozze, con l’eccezione di
Ipermestra che disobbedisce al padre e salva il suo sposo Linceo.

Una prima, modernissima rappresentazione, quella di Eschilo, della complessità delle relazioni di genere e dell’eterno conflitto fra valori universali e convenzioni politiche contingenti.

Sul ruolo delle donne, l’umanità da allora ha poi compiuto avanzamenti e passi indietro segnando notevoli differenze tra vari popoli e culture ma scontando, anche nel nostro Paese, inconcepibili ritardi.

Di certo, nel corso degli ultimi decenni la Comunità internazionale ha espresso una crescente sensibilità sul tema del contrasto alla violenza sulle donne: con la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione di genere (1979); con la Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’eliminazione della violenza contro le donne (1993) e da ultimo con la Convenzione di Istanbul (2011).

Perché è evidente a tutti, o perlomeno dovrebbe esserlo, che libertà e uguaglianza devono procedere di pari passo.
Lo sforzo normativo c’è stato, il nostro Paese ha fatto la sua parte.

Ma la violenza è rimasta. Nel 2012 sono state 124 le donne uccise in Italia. Un dato di per sé inaccettabile che al contempo rappresenta solo la punta di
un iceberg.

Dunque, la “questione femminile” va affrontata soprattutto da un punto di vista culturale: con una piena riappropriazione di un ruolo paritario della donna nella società e con un maggior rispetto per l’immagine femminile.

Tutti devono fare la loro parte anche se non tutti in realtà lo stanno facendo.

Con questo spirito, la Giornata mondiale delle Donne rappresenta un necessario momento di riflessione che tuttavia deve andare oltre le celebrazioni ufficiali o
le manifestazioni ad essa dedicate. Nel nostro Paese,la “questione femminile” è ancora una questione irrisolta, direi una questione ‘nazionale’.
Risolvere questa questione significa: più donne al lavoro, più donne nei ruoli di vertice, più mamme serene in casa e realizzate fuori, più giovani donne ambiziose,che sappiano e vogliano osare.

Insomma per tutte le donne italiane vogliamo i diritti e i doveri della vera uguaglianza.
Perchè anche in Italia In Italia le donne sono più numerose e in media più qualificate degli uomini, ma il mercato del lavoro non se n’è accorto e ne scoraggia
l’inserimento e l’avanzamento in carriera. Per una donna è difficile entrare e ancor più difficile superare gli ostacoli: salari più bassi, maggiore precarietà, difficilie conciliazione dei tempi tra casa, figli e lavoro, minore indipendenza economica.

E’ quindi nella scuola il luogo elettivo dove si creano le premesse per una vera sensibilità, per una scelta consapevole. Ed è nella funzione educativa della scuola la chiave per arrivare a un vero e pieno accesso alle opportunità di crescita e dilavoro.

Il mondo della Scuola italiana aderisce convintamente alla “Giornata Internazionale della Donna” con il pieno coinvolgimento delle studentesse e degli
studenti oltre che dei loro appassionati insegnanti che qui ringrazio.

Grazie ai docenti anche quest’anno le scuole partecipano al concorso “Donne per le Donne”, un’iniziativa sulle pari opportunità, organizzato di concerto tra il nostro Ministero e la Presidenza della Repubblica. Oggi abbiamo consegnato i premi. E gli elaborati dei vincitori sono esposti nella galleria dei busti che mi auguro avrete la possibilità di vedere e apprezzare.

Oggi sono qui, davanti a voi, nel ruolo di ministro della Repubblica. Svolgo il mio compito in una ‘squadra’ che per la prima volta nella storia repubblicana
è composta da una adeguata rappresentanza femminile. Otto ministri donna sono un segno tangibile di presenza di genere e una scelta politica chiara e lungimirante.Per questo sento il bisogno di ringraziare il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi che hanno
assunto una decisione politica che non è soltanto una questione numerica.

Io credo che il rispetto, l’autonomia e la dignità siano alla base di una società civile che genera sviluppo e crescita umana, culturale ed economica. Ed è questa l’Italia che vogliamo.

Grazie a tutti.

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